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I media insistono nel presentare Papa Francesco come un nuovo inizio per la Chiesa. È una visione fondata? Su cosa precisamente? E a chi giova questo nuovo corso?

 Due Papidi don Pierpaolo Petrucci

Dopo l’elezione del Card. Bergoglio,  i media hanno diffuso a livello internazionale l’immagine dell’incontro del  “Vescovo” di Roma con il “Papa emerito”, creando indubbiamente, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, un ulteriore disorientamento sulla figura del Vicario di Cristo

 di don Régis de Cacqueray

 
È innanzi tutto l’obbedienza che noi dobbiamo al nostro nuovo Papa Francesco. Gli dobbiamo obbedienza perché è il Papa (1), il successore di Pietro e il Vicario in terra di Nostro Signore Gesù Cristo. Nessuna autorità è più elevata e più gloriosa della sua sulla terra. E non pensiamo minimamente che l’estrema gravità della situazione in cui si trova la Chiesa ci esima dal nostro dovere di obbedienza nei suoi confronti.

 Più che mai attuale è questo testo di padre Roger- Thomas Calmel, uno dei primi sacerdoti ad aver presentito e resistito alla crisi nella Chiesa che si diffondeva già rapidamente negli anni 60°.
In esso egli mostra le grandi linea del comportamento del cattolico che deve cercare forza nella vita interiore per non lasciarsi trasportare dalla corrente degli errori e contribuire alla restaurazione nella Chiesa, restaurazione che deve cominciare nella nostra anima.

«Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata … e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale.»

Papa Benedetto XVI

In quello che probabilmente è stato il suo ultimo discorso al clero della sua diocesi di Roma, Papa Benedetto XVI ha dichiarato che egli abbandona la cattedra di Pietro pienamente convinto delle idee del Concilio Vaticano II. Se questo suo discorso del 14 febbraio, può fornire qualche indicazione, non ci sarà alcun cambiamento dell’ultimo minuto nei confronti della Fraternità San Pio X riguardo alla sua accettazione del Concilio

Benedetto XVI in Sinagoga

Pubblichiamo questo articolo molto interessante che ricorda la dottrina cattolica tradizionale della Chiesa sui rapporti con il giudaismo, in relazioni ai cambiamenti che essa ha subito all'ultimo concilio.

Radicati nella fedeEditoriale di Radicati nella fede, anno V, n. 12, dicembre 2012

E' il Modernismo che partendo da concetti astratti, assunti dalla cultura imperante, ha preteso di trasformare il pensiero e la vita cattolica. Partendo dalla filosofia moderna, dall'Idealismo, dal Personalismo e dalla psicologia ideologica della modernità, ha voluto disgraziatamente adattare le verità di fede e la vita concreta dei cristiani: così facendo ha distrutto tutto, ha reso prima falsa e poi impossibile e inutile la vita cristiana.

Pio XIIDon Pierpaolo Maria Petrucci

Il motivo di contrasto fra la Fraternità San Pio X e le autorità romane è il suo opporsi all’insegnamento attuale della Chiesa, che fonda le sue radici nell’ultimo concilio. Tale opposizione è da noi motivata dal fatto che si insegnano ora nuove dottrine in contrasto con l’insegnamento passato. Il Vaticano ci accusa per questo di avere una concezione erronea della Tradizione e del magistero della Chiesa.

Il pastore Roger Shultz di TaiséDon Pierpaolo Maria Petrucci

Fra i cambiamenti dottrinali del concilio e del post concilio che toccano la fede vi è quello inerente alla partecipazione comune ai riti religiosi con gli acattolici detta “communicatio in sacris”. Essa può riguardare la partecipazione di un cattolico alle funzioni religiose e pubbliche di un culto non cattolico, come quelli pagani, eretici o degli scismatici; oppure la partecipazione ai riti cattolici da parte degli acattolici.

Pio IXPubblichiamo questa Lettera Apostolica con la quale il Papa Pio IX, all'occasione della convocazione del Concilio Vaticano I, invitava i "fratelli separati" a rientrare nella Chiesa cattolica.  In questo importante documento, molti spunti interessanti mettono in rilievo le contraddizioni delle nuove dottrine del Concilio Vaticano II e del post-concilio con il magistero perenne della Chiesa.