Dall’ Imitazione di Maria Santissima

 

Proponiamo alcuni stralci da questo prezioso libricino di devozione alla Santa Vergine. Lo intendiamo rivolto all’anima di ciascuno che si voglia consacrare al Nostro Signore.

Capitolo V

Bisogna darsi a Dio per tempo

“Ascolta, figlia mia, con attenzione quello che sto per dirti: Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre” (Sal. 44), e guadagnerai il cuore del Re, che hai saputo toccare. Questi è lo stesso tuo Dio.

Maria infatti ascoltò per tempo la voce divina che la chiamava alla solitudine, ed abbandonò, fin dai suoi più teneri anni, la casa paterna, per consacrarsi a Dio nel Tempio. Nulla valse a trattenerla: nè la tenera età, nè la debolezza del corpo, nè l’amore dei parenti.

Tutto ciò che differisce il sacrificio di un cuore che cerca ed ama solo Dio, affligge questo cuore, perché ne ritarda la felicità.

Ritirata nel Tempio, Maria attese più perfettamente possibile all’adempimento degli incarichi affidatile, proporzionatamente alla sua età e alle sue forze.

Il tempo che le rimaneva lo impiegava a pregare e a meditare: ecco come si preparò alle tante grazie speciali che Iddio doveva farle.

“O figlia del Sovrano dei cieli, quanto nobili e gloriosi sono i tuoi primi passi” (Cant. 7).

Il tuo esempio sarà imitato. Al tuo seguito vergini senza numero si consacreranno con gioia nel Tempio del Re. L’offerta che faranno a Dio della loro giovinezza, del loro cuore, della loro libertà, di tutte se stesse, sarà un omaggio perfetto reso alla sua maestà; omaggio che sarà fonte di benedizioni, di cui Egli le colmerà per tutto il corso della loro vita.

Oh! Quanto s’ingannano coloro che non considerano la giovinezza come molla della virtù!

Maria e i Santi hanno provato quanto sia utile all’uomo “l’aver portato il giogo del Signore fin dalla propria giovinezza” (Sap. 3).

E’ trattar Dio da Dio, destinandogli i meschini avanzi d’una vita che ci è stata data per essere tutta spesa al suo servizio? Che sacrificio si fa a Dio, quando, per mettersi al suo servizio, si è aspettato che non si avesse più, secondo il mondo, nè forze, nè mezzi?

Non si aspetti la vecchiaia per darsi a Dio. Stanchi allora del giogo del mondo non avremo più forza per tollerare quello di Dio.

Si dice di darsi a Dio quanto l’età sarà più avanzata: ma si arriverà poi a questa età? E, arrivandovi, si riuscirà a convertirsi così facilmente come si crede?

L’esperienza ci insegna che un’età più matura ci rende più istruiti ma non più saggi.

“Signore, Signore, apriteci” (Mt 21), dicevano le vergini stolte, ma esse arrivarono troppo tardi e bussarono inutilmente alla porta.

Beato colui che fin dalla più tenera età si prepara a presentarsi innanzi al sommo Giudice, che chiederà conto di tutte le età!

Colui che non dedica a Dio i primi anni della propria vita, deve temere che Dio, per punirlo, permetta che ne veda presto la fine.

O Dio mio, quanto troppo sono vissuto senz’amarvi! Dovrei esserne inconsolabile. E se me ne consolo facilmente, posso almeno dire di aver cominciato finalmente ad amarvi?

Oh! Fossi ancora nei giorni della mia fanciullezza! Spirito e cuore, pensieri ed affetti, tutto in me vorrei fosse per Voi.

Vi ringrazio della grande misericordia che avete avuto per me conservandomi la vita mentre la passavo offendendovi.

Assistito dalla vostra grazia, che invoco, Vi servirò fino al mio ultimo respiro tanto più fedelmente, quanto più tardi ho cominciato a servirvi.

 

Capitolo VI

Bisogna darsi a Dio interamente e per sempre

[…] Maria: « Ma perché, figlio mio, ti sei fermato dopo di aver così bene incominciato? Non è Dio forse oggi un padrone così grande e così amabile come altre volte? Non hai con Lui sempre gli stessi rapporti? Dipendi tu forse da Lui in un tempo meno che in un altro? L’obbligo di darsi interamente a Lui non è forse uguale in ogni tempo?

Quanto più cresci in età, crescono anche i benefici di Dio; e con essi deve crescere anche la tua riconoscenza, e quindi la tua fedeltà.

Dio solo ha formato il tuo cuore, e lo ha formato per Lui solo. Egli solo dunque dev’esserne il padrone.

Egli non ti ha detto: Prestami il tuo cuore, ma bensì: “Dammi il tuo cuore” (Pr. 23). Obbediente alla sua voce, tu glielo hai consacrato; qual diritto hai di riprenderglielo?

E’ far troppo onore al mondo, cedendogli parte dei tuoi affetti.

E’ fare il più grande oltraggio a Dio, opponendogli un tal rivale.

Tu dici che riterresti come la più grande sventura quella di non essere nel numero degli amici di Dio; ma questo Dio geloso può dirsi amico di chi è tiepido ed infingardo?

Dio non crede sia troppo donandosi tutto a te. Sii dunque tu pure tutto per Lui. Dagli tutto e troverai tutto presso di Lui.

Il mondo, e ciò che è del mondo, non è più nulla per colui per il quale Dio è tutto. »

[...]

 

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