Rose Hu racconta la storia della sua prigionia sotto il regime comunista

Intervista a Padre Daniel Couture,
Superiore del Distretto d’Asia della Fraternità Sacerdotale San Pio X
Winona, Stati Uniti, 17 giugno 2011 (sspx.org) -

Terza ed ultima parte

Il Nunzio Apostolico disse a Padre McGrath: “Mao prenderà il controllo del paese molto presto. Vi ordino di stabilire la Legione di Maria in tutta la Cina, perché i cattolici dovranno rimanere saldi anche senza i sacerdoti”.

In due anni, Padre McGrath fondò quasi duemila Praesidia e questo ha salvato i cattolici cinesi e preparato molti al martirio.

Rosa Hu frequentava la scuola per ragazze Aurora di Shanghai, una scuola per famiglie benestanti, dove Padre McGrath iniziò la sua campagna nazionale a favore della Legione di Maria, che ottenne un successo che superò ogni previsione.

L'arcivescovo Antonio Riberi, Nunzio Apostolico in Cina

La Legione di Maria crebbe come il chicco di senape, diffondendosi per grazia di Dio. Molte di quelle ragazze che facevano parte della Legione, furono poi torturate dai comunisti, ma rimasero ferme nella fede. Il libro è la testimonianza personale di Rosa Hu ed è stato scritto per obbedienza al Padre McGrath che le disse: “Devi mettere per iscritto la tua storia”.

Il libro, scritto in cinese, è stato letto durante le trasmissioni della Radio Vaticana in cinese, quindi è un’importante testimonianza. È stato tradotto in inglese e speriamo che, fra un anno o due, possa uscire in francese, spagnolo, giapponese e, forse, in tedesco.

Il libro è molto istruttivo, anche per noi sacerdoti, e probabilmente susciterà delle vocazioni in questo ricco mondo materialista, perché narra la storia di giovani che rimasero saldi nella fede fino all’eroismo.

Racconto un episodio tratto dal libro, uno dei molti che troverete in esso. Un giorno, Rose si ammalò di polmonite ed fu costretta a letto per due settimane, senza riuscire ad avere un medicinale utile. Infine, riuscì ad averne grazie a qualcuno che glielo inviò per posta.

Padre W. Aedan McGratheAppena si sentì meglio, però, dovette ritornare a lavorare nei campi. Mentre, con la sua amica Teresa, stava passando davanti a un edificio, vide, a terra, un uovo, un ordinario uovo di gallina. Per loro, un uovo era come un flacone di vitamine, un dono del cielo! Così Teresa prese l’uovo, dicendo: “Rosa, guarda! Il Buon Dio ti ha mandato un uovo per rimetterti in forze”. Rosa rispose: “Ci sono persone che sono ancora malate. Quanto a me, adesso sto meglio”. “Sì, ma devi prenderlo, perché il Buon Dio vuole che tu possa continuare a lavorare”. “No, no, no, non posso prendere quest’uovo. Ne riparleremo questa sera”. Dopo aver lavorato tutto il giorno nei campi, la sera tornarono nel loro campo di lavoro dove ritrovarono le loro compagne cattoliche. Rose disse ancora: “No, no, no, non posso prendere quest’uovo. Ci sono persone che sono ancora malate”. Così l’uovo passò da persona a persona, – il gruppo era formato da quindici persone – per ritornare, infine, a Rose, dopo che ognuno aveva detto: “Ci sono altri che si sentono peggio di me”. E anche se alcune di loro stavano morendo di fame, continuavano a dire: “No, no, ci sono altre persone che ne hanno bisogno più di me”. C’era veramente uno spirito eroico di carità e di sacrificio in questi campi di lavoro. Infine, hanno rotto l’uovo, l’hanno messo in una ciotola d’acqua per fare della zuppa, prendendone un cucchiaio ciascuno. E quando abbiamo chiesto a Rose: “Cosa hai fatto con il guscio d’uovo?”, lei ha risposto: “Oh, lo abbiamo mangiato, perché non potevamo lasciare tracce”.

Padre, l’India ha sempre ricevuto grande aiuto dagli Stati Uniti. Approfittiamo dell’occasione per ringraziare i nostri benefattori e tanti missionari che provengono da quel paese. Cosa si può dire oggi al giovane indiano che è appena stato ordinato? Se dovesse dirgli qualche parola di incoraggiamento o di consiglio sacerdotale per il futuro, cosa gli direbbe?

Padre Theresian Babu Xavier celebra la sua Prima Messa a Palayamkotai in India

Che cosa gli direi domani mattina, nell’occasione della sua prima Messa? Direi: dobbiamo vivere l’ideale del sacerdote di cui ha parlato Sua Eccellenza stamattina nella sua predica. Quest’ideale è vivere la vocazione della Fraternità San Pio X. Come dicevo poco fa, parlando dei sacerdoti e vescovi che si rivolgono a noi per chiedere aiuto, la Fraternità sta entrando sempre più in un nuovo periodo, grazie a Mons. Lefebvre, che ha mantenuto non solo la Santa Messa, ma anche il sacerdozio che le è strettamente legato.

Mons. Lefebvre ha detto, “Non mi stanno attaccando personalmente, stanno attaccando la Tradizione”. Per continuare l’analogia, possiamo dire che non siamo noi che ci siamo proposti come modello nelle zone delle nostre missioni, ma è piuttosto ciò che rappresentiamo: si tratta di un tipo di sacerdozio che è praticamente scomparso.

Questo direi, domani, al novello sacerdote indiano.

Il sacerdote deve far scoprire quei tesori che sono collegati al vero sacerdozio cattolico: la Messa, i sacramenti, la predicazione cattolica. In un libro pubblicato qualche anno fa in Francia, sui convertiti alla Tradizione a St. Nicolas du Chardonnet, la nostra chiesa di Parigi, l’autore parla di una professoressa universitaria che ha ricevuto la grazia della conversione, perché è stata colpita dal fatto che, prima e dopo ogni predica, il prete faceva il segno della Croce.

Anche le piccole cose che facciamo, spesso hanno un valore immenso. Pensi, una professoressa d’università ha ricevuto la grazia attraverso questo semplice segno della croce. Abbiamo veramente nelle nostre mani dei tesori di grazia. Mi ricordo di una nostra fedele, qui in Asia, una dottoressa ex- protestante, che si è convertita a circa 25 anni, nel momento in cui un sacerdote ha benedetto il crocifisso che una sua amica le aveva appena dato.

Al novello sacerdote direi anche questo: “Ricordati sempre di chi tu rappresenti e che le persone si rivolgono a noi perché abbiamo questi tesori di grazia, questi canali di grazia: i sacramenti, la dottrina cattolica, ecc. Ma questo non basta: tu devi anche vivere il tuo ideale”.

I sacerdoti non sono canonizzati per dire la Messa, altrimenti tutti i preti sarebbero canonizzati. Sono canonizzati per le virtù che hanno praticate, per aver vissuto la Santa Messa. La gente ha bisogno di vedere il sacerdote che vive la sua Messa.

I giovani sacerdoti della Fraternità, devono continuamente pensare a questa verità. Quando ha descritto le virtù ideali del sacerdote, nella sua esortazione Haerent Animo, San Pio X voleva incoraggiare i suoi sacerdoti alla santità. Credo che questo è l’esempio più bello che possiamo dare, è il dono più bello che possiamo offrire alle persone in quei luoghi dove mandiamo i nostri sacerdoti: dare loro sacerdoti che non solo portano nelle loro mani i tesori della Chiesa, ma anche sacerdoti che vivono di questi tesori, sacerdoti che sono convinti del loro dovere di condurre una vita degna di questi tesori.

Padre, può dire qualche parola ai fedeli? Lanciare loro un messaggio e in particolare ai giovani?

Prima di tutto, ringrazio tutti coloro che pregano per le missioni. So che i fedeli, adulti e bambini, pregano per le missioni nel mondo intero, pregano in famiglia, a scuola. Più volte ne ho avuto la prova. Ogni anno ricevo lettere, cartoline dalle scuole della Fraternità, anche da bambini dell’asilo che dicono: “Ecco, Padre, abbiamo offerto i nostri sacrifici quaresimali per le missioni”. Questo ci aiuta molto. Mons. Lefebvre ha spesso usato l’esempio del tubo da giardino. Noi, sacerdoti, missionari, siamo alla fine del tubo, vediamo l’acqua che scorre fuori, ma ci sono i fedeli nel mondo intero che pregano per le missioni: essi sono il rubinetto.

La statua di San Francesco Saverio sulla tomba a Panaji a Goa Nord in India

Posso assicurarvi che le grazie per le quali pregate arrivano bene a destinazione.

Una settimana fa abbiamo battezzato una signora di Singapore, che era musulmana. Una settimana prima, avevamo battezzato un uomo che era buddista. Ci sono conversioni di adulti. Lo vediamo. È misterioso, ma, è certo, la grazia passa. Ho visto con i miei occhi la forza della preghiera, della comunione dei Santi. Quindi, un grazie sincero a tutti coloro che pregano, che fanno sacrifici, che offrono le loro comunioni, il rosario, e a quelli che si ricordano delle missioni.

La messe è abbondante. Per quei giovani che sono alla ricerca di avventura, di una vita carica di significato, la vita missionaria esiste ancora. Pregate per le vocazioni, forse per la vostra vocazione. I giovani chiedano a se stessi, vedendo l’abbondanza della messe: “Dio non avrebbe forse bisogno anche di me? Perché non manda anche me?”. Come ha detto il profeta:“Mandami, Signore! Se hai bisogno del mio aiuto, eccomi qui. Che cosa vuoi che io faccia?”. San Francesco Saverio, laureato alla Sorbona, ha scritto intorno al 1544, in una delle pagine più famose delle sue lettere ai gesuiti che si trovavano a Roma: “Vorrei poter correre attraverso i corridoi della Sorbona e gridare agli studenti: “Cosa state facendo? Pensate alla vostra eternità”. Cosa presenterete al buon Dio il giorno della vostra morte? Se avete il tempo e il talento, non perdete tempo, non sprecate i vostri talenti, tutta la vostra vita, in cose vane e inutili. Andate, lavorate alla messe per raccogliere un giorno, i frutti eterni”.

San Francesco Saverio, che si trovava in India, vide ciò che stava succedendo. Oggi, egli direbbe la stessa cosa.

Quindi, coraggio! Pensate alla vostra vita sulla terra e nell’eternità. Se avete dei dubbi, se siete alla ricerca di uno stato di vita, seguite gli esercizi spirituali. Sarebbe bene, forse, prima di iniziare un tipo di vita o un altro, avere idee chiare: “Qual è l’uso migliore che posso fare della mia vita, considerando la gloria del cielo e l'eternità”. Allo stesso tempo, vi assicuriamo delle nostre preghiere in risposta alle vostre. Che il buon Dio pianti i semi di vocazioni missionarie sempre più numerose tra i nostri giovani!

Fine



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