dal libro

Lo hanno detronizzato.

Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.

brani scelti

 

 

 

seguito

 Seconda Parte - Il Cattolicesimo Liberale.

Capitolo XVIII - Il Mito della sola libertà - da Lamennais a Sangnier

 

 II - Marc Sangnier e il «Sillon»

 Malgrado le condanne dei papi, il liberalismo progressista continua la sua penetrazione nella Chiesa. Don Emmanuel Barbier ha scritto un breve libro dal titolo «Le progrès du libéralisme catholique en France sous le pontificat du pape Léone XIII» (137). Esso contiene un capitolo che tratta del «cattolicesimo progressista», dove l’autore scrive: «L’espressione del cattolicesimo progressista è quella che Fogazzaro predilige nel suo romanzo Il santo per indicare il complesso delle riforme ch’egli chiede alla Chiesa riguardo alla sua dottrina, alla sua vita interiore e alla sua disciplina. C’è quasi identità di tendenza tra il movimento che abbiamo studiato in Francia e quello di cui Fogazzaro è al momento il portavoce più ascoltato in Italia».

In altre parole, il modernismo e il cattolicesimo liberale sono comportamenti vicini e hanno tattiche vicine, e si sa che Fogazzaro espose senza pudore il piano di penetrazione nella Chiesa tramite il modernismo. (138)

 ***

È nel 1894 che Marc Sangnier fonda la sua rivista «Le Sillon», che diventerà un movimento giovanile che sogna di riconciliare la Chiesa con i princìpi del 1789, il socialismo e la democrazia universale sulla base dei progressi della coscienza umana. La penetrazione delle sue idee nei seminari, l’evoluzione sempre più indifferentista del movimento spinsero san Pio X a scrivere la sua Lettera Notre Charge apostolique del 25 agosto 1910, che condanna il sogno di riforma della società vagheggiato dai capi del «Sillon»:

«[…] loro desiderio è di cambiare le sue naturali e tradizionali basi e promettere una società futura costruita su altri princìpi, che essi osano dire più fecondi, più benefici dei princìpi sui quali poggia l’attuale società cristiana […].

«Il “Sillon” ha la nobile cura della dignità umana. Ma questa dignità egli la concepisce allo stesso modo di alcuni filosofi di cui la Chiesa non può vantarsi. Il primo elemento di questa dignità è la libertà, intesa nel senso che, tranne in materia di religione, ogni uomo è autonomo. Da questo principio fondamentale ne traggono le seguenti conclusioni: oggi il popolo è sotto la tutela di una autorità distinta da lui, deve liberarsene: emancipazione politica […]. Ecco ciò che essi chiamano democrazia: una organizzazione politica e sociale fondata su questa duplice base: libertà e uguaglianza (alle quali si aggiungerà ben presto la fratellanza)»

Dopo aver denunciato, sulla scorta di Leone XIII, il falso slogan libertà-uguaglianza, san Pio X coglie le origini del liberalismo progressista del «Sillon»:

«Infine, alla base di ogni falsificazione delle fondamentali nozioni sociali, il “Sillon”, pone una idea errata della dignità umana. Secondo lui, l’uomo non è veramente uomo, degno di questo nome, se non il giorno in cui avrà acquistato una coscienza chiara, forte, indipendente, autonoma, che non ha bisogno di maestri, che non obbedisce che a se stessa e capace di assumersi e di tenere, senza falli, le più gravi responsabilità. Ecco delle grosse parole con le quali si esalta il sentimento dell’orgoglio umano […]».

«E che! Si ispira alla vostra gioventù cattolica la diffidenza verso la Chiesa, loro madre; si insegna loro che essa, dopo diciannove secoli, non è ancora riuscita a costituire nel mondo la società sulle sue vere basi; che essa non ha capito le nozioni sociali di autorità, libertà, uguaglianza, fraternità e dignità umana […]. Il soffio della rivoluzione ha lasciato le sue tracce […]. Non occorre dimostrare che l’avvento della democrazia universale non interessa l’azione della Chiesa nel mondo[...]».

San Pio X denuncia poi l’indifferentismo del «Sillon», che assomiglia come un fratello a quello del Vaticano II (139):

«Che pensare di questo rispetto per tutti gli errori e dello strano invito fatto da un cattolico a tutti i dissidenti di fortificare le loro convinzioni con lo studio e di farne delle fonti sempre più abbondanti di nuove forze? Che pensare di un’associazione dove tutte le religioni ed anche il libero pensiero (140) possono manifestarsi con forza e a loro agio?».

Il santo papa va in fondo alle cose:

«[Il] “Sillon” […] d’ora in poi non sarà più che un misero affluente del grande movimento di apostasia organizzato in ogni paese per stabilire ovunque una Chiesa universale che non avrà né dogmi, né gerarchia, né regole per lo spirito, né freni per le passioni […]. Conosciamo anche troppo bene le oscure officine dove si elaborano queste deleterie dottrine […]. I capi del “Sillon” non hanno saputo difendersene; l’esaltazione dei loro sentimenti […] li hanno trascinati verso un nuovo Vangelo […] essendo il loro ideale accoppiato a quello della rivoluzione non temono di fare, tra Vangelo e rivoluzione, blasfemi raffronti […]».

Infine il santo pontefice conclude ristabilendo la verità sull’autentico ordine sociale:

«[…] La Chiesa (che) non ha mai tradito il benessere del popolo con alleanze compromettenti; non ha da staccarsi dal passato […] basta riprendere con l’aiuto dei veri operai della restaurazione sociale, le organizzazioni sciolte dalla rivoluzione e adattarle, nello stesso spirito cristiano che le ha ispirate, al nuovo ambiente creato dall’evoluzione materiale della società contemporanea (141): perché i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né innovatori, ma tradizionalisti».

Ecco dunque in quali termini energici, e precisi, il papa santo Pio X condanna il liberalismo progressista e definisce l’atteggiamento autenticamente cattolico. È la mia più grande consolazione poter diventare la testimonianza della mia fedeltà alla dottrina di questo papa canonizzato. I passaggi che vi ho citato gettano una luce particolare sulle dottrine conciliarie in materia, sulle quali mi soffermerò presto.

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

 

137) L’opera mantiene tutto il suo valore nonostante la condanna cautelativa che la colpì all’epoca.

138) Cfr. Ploncard d’Assac, L’Eglise occupée, cap. XV: Une société secréte dans l’Eglise?

139) Cfr. Dignitatis humanae, n. 4.

140) Il libero pensiero non è che una ramificazione della massoneria.

141) San Pio X indica qui le corporazioni professionali, agenti della concordia sociale, assolutamente opposte al sindacalismo, che è l’agente della lotta di classe.

 

 

 

Area privata