Omelia di Mons. Marcel Lefebvre per l’Ordinazione al suddiaconato e al diaconato.

Ecône, Vigilia di Pentecoste, 2 giugno 1979.

(È stato conservato lo stile parlato).

 

Dio chiede a coloro che sono nel mondo di non essere del mondo. Egli chiede loro di vivere secondo la saggezza che ci fa allontanare dal mondo. Se pratichiamo questa saggezza, avremo l’umiltà. La Santissima Vergine Maria e San Giuseppe ne sono i nostri modelli.

Se la Vergine Maria è stata scelta per essere la Madre di Dio, è perché il Dio l’aveva preparata in un modo del tutto speciale. Considerate che ella ha potuto, per un privilegio straordinario, essere feconda e contemporaneamente mantenere la sua verginità. È rimasta vergine, vergine prima, vergine durante, vergine dopo il parto. Sì, questa è la grazia che lei stessa ha chiesto all’angelo che era venuto a interrogarla. Ella ha chiesto come quanto detto dall’Angelo si sarebbe potuto fare pur conservando la sua cara verginità. E Dio le ha risposto per bocca dell’Angelo: è lo Spirito Santo che compirà tutte queste cose.

La Chiesa chiede la castità ai suoi ministri

Se lo Spirito Santo, che ha inondato la Vergine Maria, ha dato a lei il privilegio di rimanere vergine dando alla luce l’Uomo-Dio, penso che, miei cari amici, lo chieda anche a voi di restare vergini dal momento che vi avvicinate così tanto a Nostro Signore e dal momento che, fra poche settimane, per voi diaconi, con la grazia di Dio, se Dio lo permette, con le parole che pronunciate alla consacrazione, anche voi farete venire Gesù sul santo altare, come la Vergine Maria lo ha fatto venire nel suo seno; Dio vi chiede anche, e la Chiesa vi chiede, di rimanere vergini, di custodire con devozione il celibato, di custodire il vostro cuore puro da ogni pensiero non conforme alla santità di Dio. Non si tratta affatto di condannare il matrimonio e quelli che sono nel mondo; essi sono nel mondo, ma non sono del mondo; essi non devono essere del mondo. Dio chiede loro anche, se non gli stessi requisiti, ma almeno la stessa virtù.

E quando san Giovanni ci dice che colui che è amico del mondo è nemico di Dio, san Giovanni intende parlare di coloro che sono amici della concupiscenza del mondo, del mondo del peccato, del mondo che non cerca altro che di disobbedire a Dio, del mondo che è pieno della concupiscenza che lo allontana da Dio; non è dunque possibile essere amico di Dio e contemporaneamente allontanarsi da Dio con ogni azione della propria vita.

Bisogna dunque scegliere. Così voi, voi avete scelto, miei cari amici, e lo manifesterete tra poco facendo un passo avanti verso l’altare: sì, noi abbiamo scelto di darci a Gesù Cristo, di pensare solo a Gesù, di pensare solo ai suoi interessi, di vivere solo per il suo regno, di fare tutto, come la Vergine Maria, affinché venga il regno di nostro Signore. E lei, poiché è rimasta vergine, poiché è stata scelta da Dio ad essere la madre di Gesù, è divenuta anche la madre del Corpo mistico.

Quindi, questo potere che Dio le ha dato sul Corpo mistico di Nostro Signore Gesù Cristo, è toccato in sorte ugualmente a voi. Si tratta di una somiglianza in più che voi avete con la Vergine Maria. Ed è per mezzo di lei che voi riceverete la grazia che state per ricevere fra pochi istanti.

Chiediamo alla Vergine Maria, la saggezza e l’umiltà

Appena voi avrete ricevuto queste grazie, sarete un po’ più i figli di Maria. Domandate allora alla Santissima Vergine di avere anche le virtù che adornavano la sua anima e, in particolare, queste due virtù, che voi potete e dovete avere, che noi dobbiamo ricercare, che noi dobbiamo chiedere a Dio per intercessione della nostra buona Madre celeste: la saggezza e l’umiltà.

La saggezza… Uno che si allontana dal mondo, che si allontana da tutte le preoccupazioni materiali, da tutte le preoccupazioni della carne, vede Dio, contempla Dio più facilmente, più agevolmente; e questo l’ha mostrato l’esempio dell’intera vita dei santi. I santi si sono avvicinati a Dio, hanno visto Dio in una certa misura, perché erano distaccati dal mondo, perché erano lontani dal mondo.

Le anime carnali non possono vedere Dio. Coloro che amano il mondo non possono vedere Dio. Quindi non capiscono Dio, non possono capirlo. È quello che dice tutto il Vangelo. È quel che dice nostro Signore Gesù Cristo stesso; è quel che dice san Giovanni nella sua prima epistola: colui che è del mondo, non può comprendere Dio, non ha Dio in sé. E voi dallo Spirito Santo avete e avrete ancora più Dio in voi.

Quindi, se volete veramente avere la saggezza di Dio e vivere secondo tale saggezza in tutta la vostra vita, tenetevi lontani dal mondo. E questa saggezza, se davvero la praticate, se la mettete in pratica, vi darà l’umiltà.

Dice giustamente san Tommaso d’Aquino: più ci si avvicina a Dio, più si conosce Dio e più si è certi di conoscerlo meno. Questa è una verità, direi quasi fondamentale, nella conoscenza di Dio. Più ci si avvicina a Dio,  - è San Tommaso che lo dice -  più si conosce Dio, e più ci si convince di conoscerlo meno.

Ed è precisamente ciò che ha costituito la corona dell’umiltà dei santi. Più si avvicinavano a Dio, e più si rendevano conto che erano incapaci di conoscerlo, perché Dio è infinito, perché Egli è infinitamente più grande di noi, perché siamo niente davanti a Dio.

Nella misura in cui comprendiamo la grandezza di Dio, comprendiamo meglio il nostro niente, il nostro nulla. Siamo servi inutili: è il Vangelo che ce lo dice (Lc 17,10). Quindi: nella misura in cui avrete la saggezza che aveva la Santissima Vergine Maria, nella misura in cui avrete la sua umiltà. E lei, questa umiltà, questo nulla, l’ha manifestato in tutta la sua vita, lei si è annientata davanti al suo Figlio; scompariva davanti al suo Figlio e tuttavia era presente, per unirsi alla sua vita, per unirsi alle sue sofferenze.

Anche San Giuseppe è un modello di saggezza e di umiltà

E mi sembra che, come la Vergine Maria ha ricevuto tutti questi doni e tutte queste virtù, virtù di saggezza, virtù di umiltà, mi sembra che a tal proposito non si possa separare Giuseppe da Maria. Perché egli ci dà anche una grande lezione di saggezza, una grande lezione di umiltà.

Se qualcuno ha avuto una funzione sublime nel corso della sua vita, questi è proprio San Giuseppe: il custode di Maria e il custode di Gesù. Necessariamente ha avuto tutte le virtù che gli erano necessarie per adempiere questa funzione straordinaria, unica nella storia dell’umanità.

Anche San Giuseppe ha dovuto essere colmato di una saggezza straordinaria. Egli era, per ciò stesso, colmato di una singolare umiltà. Qualcuno è stato più umile San Giuseppe? E tuttavia qualcuno ha avuto una funzione più sublime, più grande, di quella che egli ha avuto?

Allora domandiamo anche a San Giuseppe, che anch’egli è stato vergine, che anch’egli, per grazia di Dio, ha custodito la sua verginità, domandiamo a San Giuseppe di darci questa grazia della devozione alla castità, e al tempo stesso chiediamogli anche di partecipare alla sua saggezza e di partecipare alla sua umiltà. Allora saremo pronti a ricevere tutte le grazie che lo Spirito Santo, o miei cari amici, sta per donarvi fra qualche istante. (…) L’opera che sta per compiersi in voi fra alcuni istanti sarà anche, come per la Santissima Vergine Maria e per San Giuseppe, opera dello Spirito Santo.

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