Gesù porta la croce verso il Calvario

Il Signore s'inginocchiò accanto alla sua croce e l'abbracciò tre volte. Impazienti, i carnefici sollevarono Gesù e gli caricarono sulla spalla destra il pesante fardello.

Le sue mani erano ferite e gonfie a causa della brutalità con la quale erano state legate, il suo viso era gonfio e insanguinato, i capelli e la barba imbrattati di sangue raggrumato. La croce e le catene gli premevano sul corpo la veste di lana riaprendogli le piaghe con grande dolore.

 

[…] Nel percorrere quella stradina larga due passi, sporca e lunga, il Signore subì molte sofferenze. I carnefici gli si stringevano addosso, la plebaglia lo insultava dalle finestre, dalle terrazze, dalla strada e dalle vie laterali, molti gli gettavano addosso fango, immondizie e altre cose immonde; perfino i fanciulli, incitati dagli adulti, gli lanciavano pietre e lo coprivano di ingiurie.

[…] Gesù barcollò e cadde a terra sotto la croce. Molta gente, che si recava al tempio, esclamò con compassione: «Ahimè, quel poveretto muore! ».

Siccome il Signore non riusciva più a sollevarsi, i farisei, che precedevano il corteo, dissero ai soldati:  «Non arriverà alla crocifissione se non troveremo qualcuno disposto ad aiutarlo a portare la croce».
Proprio in quel momento passava di là un pagano accompagnato dai suoi tre figli: si chiamava Simone ed era nativo di Cirene. i soldati gli intimarono di aiutare il Galileo a portare la croce.

In un primo momento il Cireneo respinse quell'ingiusta imposizione, ma vi fu ugualmente costretto; alcune conoscenti presero i suoi figli in lacrime. Simone provava una forte ripugnanza per lo stato miserabile in cui versava il Signore, e per la sua veste macchiata di fango e di sangue. Poiché Gesù piangeva e lo guardava con occhi pietosi, egli l'aiutò a rialzarsi.

Gesù sul Golgota.

[…] Al punto dove lo scabroso sentiero piega a sud, Gesù cadde per la sesta volta. Questa caduta fu la più dolorosa di tutte le altre; gli aguzzini percorsero il Signore con inaudita violenza. Arrivati sulla cima del Calvario, egli cadde ancora sotto il peso della croce perché era stremato. Fu la sua settima e ultima caduta.

Il Cireneo, anch'egli maltrattato e sfinito, era fuori di sé dalla collera e dalla compassione verso Gesù, che avrebbe voluto aiutare a rialzarsi. Ma i carnefici lo scacciarono dalla montagna battendolo e oltraggiandolo. Con lui, furono fatti allontanare tutti quelli del corteo dei quali non si aveva più bisogno.

[…] Erano le dodici meno un quarto quando Gesù, giunto sulla cima del Calvario, cadde sotto il peso della croce. Fu, come già detto, la sua settima e ultima caduta. I carnefici lo risollevarono con violenza e gettarono al suolo i pezzi della croce. Che spettacolo pietoso vedere il Signore Gesù in piedi vicino alla sua croce, pallido come un morto e completamente sfigurato!

I miserabili lo gettarono di nuovo a terra ed esclamarono: «Vieni, gran re, prendiamo le misure per il tuo trono!». Vidi Gesù stendersi da solo sulla croce per permettere agli aguzzini di prendere le misure per la chiodatura delle sue mani e dei suoi piedi; contemporaneamente i farisei si facevano beffe di lui.

[…] Gli sgherri strapparono a nostro Signore il mantello, la cintura di ferro e la sua propria cintura, quindi gli tolsero la veste di lana bianca facendola passare sopra la sua testa. Non riuscendo a sfilargli la tunica inconsutile, impedita dalla corona di spine, gli strapparono quest'ultima con violenza, riaprendogli tutte le ferite del capo.

Il Signore rimase con un panno attorno alle reni e lo scapolare di lana che gli proteggeva le spalle; il medesimo si era appiccicato alle piaghe del corpo ed egli patì dolori strazianti quando glielo strapparono.

La profonda ferita scavata sulla spalla dall'enorme peso della croce gli provocava una sofferenza indicibile; il dorso e le spalle erano lacerati fino all'osso, il corpo nudo era orribilmente sfigurato, gonfio e piagato.

[…] Gesù, vera immagine di dolore, fu disteso dai carnefici sul letto della sua morte. Dopo avergli sollevato il braccio destro, questi poggiarono la sua mano sul foro praticato nel braccio della croce e ve la legarono strettamente. Poi uno dei due crocifissori pose il ginocchio sui sacratissimo petto del Signore, mentre gli manteneva aperta la mano che si contraeva, e subito l'altro gli conficcò nel palmo di quella stessa mano un chiodo spesso e lungo, dalla punta acuminata. Quindi gli diede sopra dei pesanti colpi di martello.

Il Salvatore emise un gemito di dolore e il suo sangue sprizzò sulle braccia dei carnefici. Dopo aver inchiodato la mano destra di Gesù al legno della croce, i carnefici si accorsero che l'altra mano non arrivava al foro praticato nell'asse sinistro della croce. Allora legarono una fune al braccio sinistro di Gesù e, puntando i piedi contro la croce, lo tirarono con tutte le loro forze, finché la sua mano raggiunse il foro.

Gesù soffriva indicibilmente perché gli avevano slogato interamente il braccio. I crocifissori s'inginocchiarono sopra le braccia e sui petto del Signore e conficcarono il chiodo nella sua mano sinistra, che subito sprizzò un gettito di sangue.

I carnefici distesero le gambe del Signore, che si erano ritratte verso il corpo a causa della violenta tensione delle braccia, e le legarono con le corde. Non riuscendo però a far arrivare i piedi al supporto di legno destinato a sostenerlo, essi rinnovarono gli insulti contro di lui. Intervennero alcuni crocifissori propensi a fare nuovi fori per i chiodi conficcati nelle mani perché sembrava difficile spostare lo zoccolo di legno che avrebbe dovuto sostenere i piedi, altri però esclamarono:

«Non vuole allungarsi? Ebbene, lo aiuteremo noi!».

Detto questo, legarono con le funi la gamba destra e la tirarono con violenza crudele finché non raggiunse lo zoccolo di legno, provocando a Gesù un'orribile stiramento. Era così estrema la tensione del corpo, che il petto di Cristo crepitò. Egli gemendo esclamò: «Mio Dio! Mio Dio!».

Essi gli avevano legato il petto e le braccia perché le mani non si staccassero dai chiodi. Poi legarono il piede sinistro sopra il destro, presero un chiodo ben più lungo di quello delle mani e glielo infissero, conficcandolo fin nel legno della croce. Io guardai quel chiodo trapassare i due piedi del Signore e il supporto di legno. La chiodatura dei piedi fu più crudele di ogni altra, a causa della tensione di tutto il corpo.

Gesù è crocifisso

Gesù pregò ininterrottamente fino alla morte. Era circa mezzogiorno e un quarto quando la croce fu innalzata con Gesù crocifisso. Nello stesso momento si udirono le trombe del tempio che annunziavano il sacrificio dell'agnello pasquale.

Quando la croce fu innalzata, e fu lasciata cadere di peso nella buca, tremò tutta per il contraccolpo. Gesù levò un profondo gemito di dolore, le sue ferite si allargarono, il sangue ne sgorgò più copioso e le sue ossa slogate si urtarono. La testa, cinta dalla corona di spine, sanguinò violentemente.

[…] Sfinito dalle sofferenze, Gesù chinò il capo sul petto e rimase come morto per circa sette minuti.

[…] Con l'intensificarsi delle tenebre molte persone hanno abbandonato la croce, tranne la santa Vergine e gli amici più fedeli di Gesù. Profondamente pentito, Dismas rivolse al Signore parole di timida speranza: «Signore, pensa a me quando sarai nel tuo regno!».

Gesù gli rispose: «In verità ti dico: tu sarai oggi con me in paradiso».

Adesso la Madre di Gesù, Maria Maddalena, Maria di Cleofa e Giovanni stavano fra la croce di Gesù e quelle dei ladroni, e guardavano il Signore. Maria santissima pregava interiormente il Figlio di permetterle di morire con lui. Il Salvatore comprese quella preghiera e la guardò con ineffabile tenerezza, poi rivolse lo sguardo a Giovanni e disse a sua Madre: «Donna, ecco tuo figlio. Egli ti sarà tale più che se tu lo avessi generato!».
Quindi disse a Giovanni: «Ecco tua Madre!». Giovanni abbracciò rispettosamente la Madre di Gesù divenuta ormai anche la sua.

[…] Verso le tre Gesù si lamentò: «Eh, Eh, lama sabachtani!», che significa: «Mio Dio! Mio Dio! Perché mi hai lasciato?». Con questo grido di dolore filiale il Signore permise agli afflitti di riconoscere Dio come Padre.
Nell'udire il suo lamento lacerante, uno di quelli che lo oltraggiavano disse: «Chiama Elia!».
Un altro intervenne: «Vedremo se Elia verrà a soccorrerlo!».

La morte di Gesù.

Giovanni, sotto la croce, gli asciugava i piedi con un sudario. Maria Maddalena, distrutta dal dolore, era appoggiata dietro la croce. La Vergine si manteneva in piedi fra la croce di Gesù e quella del buon ladrone, sostenuta da Salomè e da Maria di Cleofa.

Giunto all'estremo, Gesù disse: «Tutto è compiuto! ». Sollevò il capo e gettò un grido forte e soave che penetrò il cielo e la terra: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito!

Quando il Signore chinò il capo e rese lo spirito, erano passate da poco le ore quindici. Vidi la sua anima discendere nel limbo come una figura luminosa. Giovanni e le pie donne caddero con la fronte nella polvere.

Tutto si era ormai compiuto, l'anima del Signore aveva abbandonato il santo corpo. L'ultimo grido del Santo dei santi aveva fatto tremare la terra e quelli che lo avevano udito; la roccia del Calvario si spaccò e numerose case crollarono.

Le poche persone ancora presenti sul Golgota si percossero il petto e si affrettarono a rincasare. Le vidi profondamente commosse, mentre si laceravano le vesti e si cospargevano il capo di polvere. Giovanni e le pie donne si rialzarono e prestarono amorevoli cure alla Vergine.

Con un'estrema convulsione, il corpo di Cristo divenne esangue e impallidì in modo straordinario, mentre le sue ferite, dalle quali era fuoruscito il sangue in abbondanza, risaltavano come macchie scure. Il suo volto si era allungato, perché le gote erano afflosciate, il naso sembrava più affilato e gli occhi pieni di sangue erano rimasti aperti a metà.

Nell'affidarsi completamente alla morte, Gesù aveva sollevato la sua testa coronata di spine lasciandola ricadere sotto il peso dei dolori; le sue labbra, divenute livide e contratte, si erano socchiuse senza più alcuna tensione, così le sue mani sostenute dai chiodi si distesero, come anche le braccia.

Il suo dorso si irrigidì lungo la croce e tutto il peso del corpo poggiò sui piedi, le ginocchia si piegarono tutte da un lato ed i suoi piedi trafitti si girarono un poco intorno al chiodo.

La Vergine guardò quel santo corpo, concepito per opera dello Spirito Santo nella più assoluta purezza, come carne della sua carne, ossa delle sue ossa, cuore del suo cuore, adesso privato di ogni bellezza e separato dalla sua anima santissima.

La Madre lo contemplò con una sofferenza indicibile: sospeso alla croce, tra i due ladroni, sfigurato e disprezzato da coloro che era venuto a salvare.

Adesso, pur così sfigurato, il santo corpo del Signore imponeva rispetto e toccava il cuore degli uomini. La sua dolorosa passione e l'atroce morte sulla croce ispirarono profondamente la conversione di numerosi peccatori. Gesù stesso aveva detto: «Se il seme non muore non porta frutto ! ».

I ladroni erano in preda a frequenti convulsioni. Dismas pregò per tutto il tempo del suo supplizio sulla croce. Il silenzio e il lutto regnavano intorno al corpo del Signore.

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