San Bernardo di Chiaravalle
Hai sentito, o Vergine, il fatto, hai sentito anche il modo in cui esso avverrà: entrambi meravigliosi, entrambi giocondi. Giubila, o figlia di Sion, ed esulta grandemente, figlia di Gerusalemme. E poiché al tuo orecchio è stato dato annunzio di gioia e di letizia, vogliamo anche noi sentire da te la lieta risposta che desideriamo, onde finalmente esultino le ossa umiliate. Hai udito il fatto, e hai creduto; credi anche circa il modo che ti è stato spiegato. Hai udito che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà per opera dello Spirito Santo, non per opera d'uomo.
L'Angelo aspetta una risposta; è ormai tempo infatti che ritorni a colui che l'ha mandato. Aspettiamo anche noi una parola di compassione, o Signora, noi sui quali miserevolmente grava la sentenza di condanna. Ed ecco che ti è offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, noi saremo immediatamente liberati. Siamo stati tutti creati dal sempiterno Verbo di Dio, ed ecco moriamo; una tua breve risposta ci può risanare e richiamare alla vita. Te ne supplica, o Vergine pia, Adamo piangente, esule dal paradiso con la misera stirpe. Questo implorano Abramo, Davide e gli altri santi Patriarchi, cioè, i padri tuoi, che abitano anch'essi nella regione dell'ombra di morte. Questo aspetta tutto il mondo, prostrato ai tuoi piedi: e giustamente, perché dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione degli schiavi, la liberazione dei dannati, insomma, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutta la tua famiglia umana. Da questo, o Vergine, la tua risposta. O Signora, rispondi, pronunzia quella parola che la terra, gli inferi e gli abitanti del cielo aspettano. Lo stesso Re e Signore di tutti, quando si è invaghito della tua bellezza, altrettanto desidera anche la tua risposta di consenso, dalla quale fa dipendere la salvezza del mondo. Sei piaciuta a lui nel silenzio: ora gli piacerai pronunziando una parola, mentre ti grida dal cielo: O bella tra le donne, fammi sentire la tua voce (Ct 1, 7). Se dunque fu gli fai udire la tua voce, egli ti farà vedere la nostra salvezza. Non è forse questa che chiedevi con gemiti, che per giorni e notti pregando sospiravi? E allora? Sei tu a cui è fatta questa promessa, o dobbiamo aspettare un'altra? No, no, li proprio tu e non un'altra. Tu sei quella Vergine promessa, quella vergine aspettata, desiderata, dalla quale il tuo santo padre Giacobbe, vicino a morire, sperava la vita eterna, dicendo: Aspetterò la tua salvezza, o Signore, nella quale infine e per la quale lo stesso Dio nostro Re ha disposto dall'eternità di operare la salvezza sulla nostra terra.
Perché dunque sperare da un'altra quello che è offerto a te? Perché sperare da un'altra quello che ora si compirà in te, purché tu dia con una parola il tuo consenso? Rispondi dunque presto all'Angelo, anzi, attraverso l'Angelo rispondi al Signore. Rispondi una parola, e accogli la Parola: pronunzia la tua e accogli la divina; proferisci la parola che passa, e abbraccia quella eterna. Perché indugi? Perché tremi? Credi, acconsenti e accogli. L'umiltà si faccia audace, la verecondia fiduciosa. In questo momento non è conveniente affatto che la verginale semplicità dimentichi la prudenza. In questo solo caso, o Vergine prudente, non temere la presunzione, perché anche se è gradita la verecondia nel silenzio, ora però e più necessaria la pietà che ti spinga a parlare. Apri, o Vergine beata, il cuore alla fiducia, le labbra alla parola, le tue viscere al Creatore. Ecco, l'aspettato da tutte le genti sta fuori e bussa alla porta. Oh, se mentre tu indugi egli passasse oltre, e tu dovessi ricominciare a cercare l'amato dell'anima tua! (Cf. Ct 3, 1). Alzati, corri, apri! Sorgi con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo consenso!
Ecco, disse Maria, l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola (Lc 1, 38).
San Bernardo di Chiaravalle, Omelia IV sull'Annunciazione