«Il demonio porta all'inferno i peccatori non con gli occhi aperti, ma chiusi; prima li acceca, e poi li conduce seco a penare eternamente. Bisogna dunque, se vogliamo salvarci, pregare continuamente Iddio col cieco del corrente vangelo: Domine, ut videam, Domine, ut videam. Signore, datemi luce, fatemi vedere la via che ho da fare per salvarmi, e non restar ingannato dal nemico della mia salute. Voglio per tanto oggi, uditori miei, porvi avanti gli occhi gl'inganni del demonio, co' quali tenta gli uomini a peccare ed a persistere in peccato, acciocché sappiate guardarvene nelle occasioni.
Per meglio conoscere questi inganni, figuriamoci il caso di un giovane, che preso da qualche passione vive in peccato schiavo del demonio, e niente pensa alla sua salute eterna. Figlio mio, io gli dico, che vita è questa che fai? Seguitando a viver così, come ti puoi salvare? Non lo vedi che te ne vai all'inferno? Ma ecco il demonio che dall'altra parte gli dice: e perché ti hai da dannare? Soddisfati ora, perché appresso te ne confesserai e così rimedierai a tutto. Ecco la rete colla quale il demonio strascina tante anime all'inferno: Soddisfati, perché poi te ne confesserai. Ma frattanto, io ripiglio, già perdi l'anima. Dimmi, se tu avessi in mano una gioia che vale mille ducati, la getteresti in un fiume colla speranza di appresso ritrovarla? E se appresso non la ritrovi più? Oh Dio, tu tieni in mano questa bella gioia dell'anima tua, che Gesù Cristo ha comprata col suo medesimo sangue, e vuoi gittarla nell'inferno, poiché secondo la presente giustizia già per ogni peccato mortale resti scritto tra il numero de' dannati, e dici: ma spero di ricuperarla poi col fare una buona confessione?
Ma se poi non arrivi a ricuperarla? Per farsi una buona confessione vi bisogna un vero dolore del peccato, e questo dolore è dono di Dio; se Dio non ti dà questo dolore, non resterai perduto per sempre?
Tu replichi: Ma io son giovine, Dio compatisce la gioventù; appresso mi darò a Dio. Ecco l'altro inganno. Sei giovine? Ma non sai che Dio non conta gli anni, ma conta i peccati di ciascuno? Sei giovine? Ma quanti peccati hai fatti? Forse vi saranno molti vecchi che non avran fatta neppure la quarta parte de' peccati da te commessi; e non sai che Dio ha stabilito il numero dei peccati che a ciascuno vuol perdonare? Dominus patienter expectat, ut eos, eum iudicii dies advenerit, in plenitudine peccatorum puniat (2Mach. 6. 14). Viene a dire che Dio ha pazienza, ed aspetta sino a certa misura; ma quando è piena già la misura dei peccati che egli ha determinato di perdonare, più non perdona, e castiga il peccatore, o facendolo morire improvvisamente nello stato infelice in cui si trova; oppure abbandonandolo nel suo peccato secondo il castigo minacciato per il profeta: Auferam sepem eius et erit in direptionem (Isa. 5. 5). Se uno ha un territorio che l'ha coltivato per più anni, vi ha piantata la siepe dintorno per tenerlo custodito e vi ha fatte molte spese; ma vede che con tutto ciò il territorio non gli rende alcun frutto; che fa? Scassa la siepe e lo lascia in abbandono, aperto ad entrarvi chi vuole, uomini e bestie. Così tremate che Dio non faccia con voi. Se non lasciate il peccato, andrete perdendo sempre più il rimorso di coscienza, il timore del castigo divino; ed ecco che tolta la siepe, resterete abbandonati da Dio, castigo peggiore della stessa morte.
Dici: Ma ora non mi fido resistere a questa passione. Ecco il terzo inganno del demonio, col quale ti fa apprendere che ora non hai forza di superare la tentazione. Ma s. Paolo dice che Dio è fedele, e non permette mai che noi siamo tentati oltre le nostre forze: Fidelis autem Deus est, qui non patietur vos tentari supra id quod potestis (1Cor. 10. 13). Dimando: e bene, se ora non ti fidi resistere alla tentazione, come ti fiderai appresso? Appresso il demonio sarà fatto più forte contro di te e tu più debole, se non ti fidi ora di spegner questa fiamma della tua passione, come ti fiderai di spegnerla appresso quando ella sarà fatta più grande? Dici: Dio mi darà l'aiuto suo. Ma questo aiuto Iddio è pronto a dartelo ora, se tu glielo cerchi, perché non glielo dimandi? Speri forse che il Signore, senza che ora ti affatichi a pregare, abbia poi da accrescerti gli aiuti e le grazie, dopo che tu hai accresciuti i peccati?
Dubiti forse della fedeltà di Dio, che ha promesso di dare tutto ciò che gli si domanda, con quelle parole: Petite ed dabitur vobis (Matth. 7. 7)?
Iddio non può mancare alle sue promesse: Non est Deus quasi homo, ut mentiatur; nec ut filius hominis, ut mutetur. Dixit ergo, et non faciet (Num. 23. 19)? Ricorri a lui ed egli ti darà quella forza che ti bisogna per resistere. Iddio ti comanda di resistere; ma tu dici: Io non ho questa forza; dunque Dio ti comanda una cosa impossibile? No, dice il concilio di Trento, Deus impossibilia non iubet; sed iubendo monet, et facere quod possis, et petere quod non possis, ed adiuvat ut possis (Sessione 6). Quando vedi che non hai forza bastante di resistere alla tentazione coll'aiuto divino ordinario, dimandagli l'aiuto maggiore che ti bisogna, ed egli te lo darà e così potrai vincere qualunque tentazione per grande che sia […]».
Tratto da: Sermoni di S. Alfonso Maria de' Liguori, Domenica di Quinquagesima