Domenica 10 luglio, il novello sacerdote, don Giacomo Ballini, ha celebrato la Prima Messa al Priorato di Albano, benedicendo quindi i fedeli e in particolare le bambine che stanno svolgendo in questo periodo il campeggio estivo.

Si riporta di seguito l'omelia tenutasi in questa occasione:

"Il sacerdote è un altro Gesù Cristo. E Gesù Cristo ha detto ai suoi apostoli: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. E così il sacerdote deve insegnare il Vangelo e deve insegnare la Verità. Il Padre ha mandato Gesù ad insegnare la Verità, il Vangelo. Gesù innanzitutto è Maestro. Poi il Padre ha mandato Gesù a offrire il sacrificio di Sé stesso. E Gesù fa in modo che i sacerdoti possano perpetuare il sacrificio della Messa, lo stesso sacrificio di Gesù, anche se in maniera incruenta, in modo che noi possiamo ricevere oggi i frutti che Gesù guadagnò duemila anni fa.

Assieme al Santissimo Sacramento, il sacramento dei sacramenti che è l’Eucarestia e il Sacrificio, ci sono tutti gli altri sacramenti che il sacerdote conferisce ai fedeli, dal battesimo, in cui rende il neonato cristiano e gli dà la Grazia santificante, fino all’estrema unzione in cui lo aiuta a morire bene e santamente e a vincere i timori della morte. In terzo modo, il sacerdote è anche pastore, vale a dire deve condurre le anime in Paradiso, come un pastore conduce al pascolo le sue pecore. Le deve condurre con fortezza e fermezza, ma soprattutto con dolcezza e con misericordia.

Domenica scorsa abbiamo letto la parabola del Buon Pastore, che smarrisce, su cento pecore, una pecorella. Ebbene, questa pecorella rappresenta il peccatore. Cosa fa il buon pastore? Il buon pastore va alla ricerca di quella pecorella e, quando l’ha trovata, se la mette sopra le spalle, che rappresentano la forza e la volontà dell’uomo, e la riporta nell’ovile. Nel Vangelo di oggi abbiamo letto che Gesù chiama i suoi apostoli, sale sulla barca di Pietro che è la Chiesa e gli dice di andare al largo.

Poi dice a Pietro di buttare le reti. Pietro gli dice di aver gettato le reti tutta la notte e di non aver preso nulla. Perché aveva voluto fare tutto da sé, basandosi sulle sue capacità e sulle sue forze naturali. Allora ecco che Pietro capisce e sulla parola di Gesù, sulla parola del Padre, fa quello che gli è stato detto. Come butta le reti, si riempiono di pesci. Pietro capisce che ha lavorato molto, ma senza affidarsi alla Grazia di Dio e di Gesù Cristo, il quale ha detto: “Senza di me non potete far nulla”; una volta che invece si è unito a Gesù Cristo e ha fatto la Sua volontà, ha portato molti frutti.

Gesù gli dice: “D’ora in avanti tu sarai pescatore di uomini”. Questo è quello che don Giacomo è chiamato a fare, a insegnare la Fede e la morale, il catechismo, il Vangelo e la Verità; a offrire i Sacramenti, soprattutto il Sacramento dei sacramenti, e a dare dei consigli per condurre le anime in Paradiso. Lo deve fare gettando le reti e non con l’amo, perché l’amo prende il pesce e lo uccide, gli fa male.

La rete, invece, spiegano i Padri, prende i pesci e li porta dal profondo dell’abisso del mare, fin su, fino alla luce, che è il simbolo del Pastore. Allora, noi sacerdoti dobbiamo cercare di aiutare le anime ad andare in Paradiso con fermezza, ma soprattutto con molta misericordia, con molta bontà e con molta compassione. Pregate voi oggi, soprattutto voi bambine, che siete innocenti e le vostre preghiere toccano di più il cuore di Gesù, per don Giacomo, che possa essere un santo sacerdote, che possa insegnare sempre la Verità, offrire il sacrificio della Messa e condurre le anime in Paradiso, con bontà e misericordia."

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