Congresso Teologico“VATICANO II, 50 ANNI DOPO: QUALE BILANCIO PER LA CHIESA?”, VERSAILLES-PARIGI 4-5-6 GENNAIO 2013.

Di Cristina Siccardi

Il dibattito sul Concilio Vaticano II è entrato nel vivo e mentre gli argomenti declamatori hanno perso consistenza di fronte all’anacronismo degli ottimistici entusiasmi di un’utopica primavera della Chiesa degli anni Sessanta (quando si volle gettare la Chiesa in un imprudente dialogo con il mondo), chi osa, con coraggio, profonda Fede e amore per la Chiesa, mettere sotto esame il più problematico Concilio della storia offre l’opportunità ai credenti di comprendere le mosse di una rivoluzione che ha reso sismica la zolla su cui poggia la cattolicità.

In questi giorni, dal 4 al 6 gennaio 2013, si è tenuto, fra Versailles e Parigi, l’XI Congresso Teologico Internazionale, organizzato dalla dotta e valorosa testata Courrier de Rome, in collaborazione con D.I.C.I., sotto la Presidenza di S.E. Monsignor Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Al Congresso erano presenti, oltre a Monsignor Fellay, molti sacerdoti, suore e laici francesi, statunitensi, belgi, italiani, tedeschi, svizzeri. Tema della tre giorni è  stato: Vatican II, 50 ans après: quel bilan pour l’Église? Ossia: «Vaticano II, 50 anni dopo: quale bilancio per la Chiesa?».

I relatori che si sono susseguiti al tavolo dei lavori hanno offerto una disamina ampia e approfondita sulle diverse problematiche sorte nel XXI Concilio. Le tesi proposte hanno realisticamente affrontato, sia da un punto di vista storico, che filosofico, che dottrinale, il problema dello scollamento fra la Chiesa della Tradizione e coloro che si sono lasciati trascinare dalle seduzioni filosofico-culturali del mondo moderno.

Venerdì 4 gennaio hanno preso la parola l’abbé François Knittel, Priore di Strasburgo (Accettare il Vaticano II e la Nuova Messa: da Paolo VI a Benedetto XVI) il prof. Roberto De Mattei, dell'Università Europea di Roma, (Promemoria sulla storia del Concilio) e Alessandro Fiore (Dibattiti e pubblicazioni recenti sul Concilio in Italia).

Sabato 5 gennaio è stato preso in esame il punto di vista dottrinale e sono intervenuti padre Patrice Laroche, professore del Seminario tedesco di Zaitzkofen («Un tentativo di dogmatizzare il Concilio Vaticano II»); il professor Giovanni Turco dell’Università di Udine («La modernità e il Vaticano II); padre Yves le Roux, direttore del Seminario di Winona negli Stati Uniti («Un Concilio non come gli altri»); padre Franz Schmidberger, Superiore del distretto di Germania («L’ermeneutica della continuità o della rottura?»); padre Jean-Michel Gleize, professore del Seminario di Écône («Due concezioni di Magistero») e padre Alain Lorans, redattore di D.I.C.I. («Lo sguardo della fede e la lezione dei fatti»).

La giornata di sabato 5 gennaio è stata chiusa dall’Abbé Alain Lorans, il quale ha affermato che nessuno può negare il fatto che esista una crisi della Chiesa, ma tale constatazione deve essere vista dai cattolici alla luce della fede. A differenza di tutti i Concili precedenti, il Vaticano II è stato il Concilio che ha invocato «l’aggiornamento», ossia l’adattamento della Chiesa al mondo moderno. Di fatto si è impedita la vera riforma della Chiesa che non è altro che instaurare omnia in Christo, ripristinando tutte le cose in Lui. Come giustamente ha scritto Romano Amerio in Iota Unum: «Il mondo rifiuta la dipendenza tranne nei confronti di se stesso. La Chiesa sembra aver paura di essere respinta» da esso, allora cerca di scolorire le sue particolarità meritorie e di colorare i tratti che ha in comune con il mondo moderno, un mondo che si autocelebra nel cosiddetto «progresso umano».

Domenica 6 dicembre, giorno dell’Epifania di Nostro Signore, dopo una bellissima Santa Messa Pontificale celebrata da Monsignor Bernard Fellay a Saint Nicolas du Chardonnet nel cuore di Parigi, dai cui muri secolari trasuda il patrimonio cattolico-romano di una fede tramandata di parroco in parroco, di padre in figlio, il Superiore della Fraternità San Pio X ha chiuso i lavori del Congresso teologico facendo un bilancio complessivo: dopo 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II la risposta della Fraternità, voluta dal Vescovo Monsignor Marcel Lefebvre nel 1970, continua ad essere la stessa, quella che il padre fondatore ha ricordato fino all’ultimo suo respiro, citando san Paolo: «Tradidi quod accepi» («Ho trasmesso quello che ho ricevuto»). Inoltre Monsignor Fellay ha esortato i presenti a porre la Santa Messa al centro di tutto, perché ogni cosa deriva da questa inesauribile fonte. «Tutto nella vita cristiana deriva dal Sacrificio di Nostro Signore sulla Croce, rinnovato nella Messa, proprio qui troveremo la soluzione a questa crisi. La pastorale vera sta nel Santo Sacrificio e soltanto tale “pastorale” conduce le anime a Cristo». Questo lo spirito cristiano e noi «dobbiamo vivere la grazia di nostro Signore. Questa è la cura. Il sacerdote deve diventare un altro Cristo», dunque salire all’altare in persona Christi. Non è sufficiente, ha dichiarato il Vescovo, avere una tonaca e celebrare la messa in latino; il sacerdote è chiamato all’imitazione di Gesù Cristo e tale imitazione sarà il rimedio, una cura «essenzialmente soprannaturale». Egli ha poi toccato il problema esistente tra la FSSPX e Roma, che, dopo i colloqui dottrinali, è ritornato al punto di partenza. «La soluzione proposta dalla Fraternità è quella di san Vincenzo di Lerins»: se la Chiesa è malata ha bisogno di cure e la terapia si chiama Tradizione. «Cosa fare ora? Lasciare la Chiesa? Certo che no! Non vi è alcuna altra chiesa che la Chiesa cattolica! La Chiesa è nostra madre, è malata, ma è la Chiesa fondata da Nostro Signore, il quale ha promesso che le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Non abbiamo mai inventato una chiesa per noi! Non resta che pregare, invocare la grazia e compiere ognuno il dovere del proprio stato. Chiediamo a san Giuseppe, protettore del Bambino Gesù, di proteggere la Chiesa. È per questo che il 19 marzo prossimo consacreremo a lui, ad Écône, la Fraternità San Pio X».

Il resoconto delle conferenze

Fonte: Riscossa cristiana