CR n.1137 del 10/4/2010

Il 22 marzo è stato presentato a Milano il XIII Rapporto del Centro Internazionale Studi Famiglia, da cui emerge che il 53,4 % delle famiglie anagrafiche non ha figli; delle famiglie con prole il 21,9 % ha un solo figlio, il 19,5 % ne ha due, il 4,4 % ne ha tre, mentre solamente lo 0,7 % va oltre il terzo figlio. Inoltre, i motivi che spingono le famiglie a fermarsi al figlio unico solo in minima parte sono riconducibili a fattori di tipo economico. L’indagine rivela che «le cause che hanno ristretto la natalità sono per quasi il 58% rappresentate da motivi soggettivi. Possiamo dire che si tratta di motivi psicologici legati al senso di incertezza e al rischio sul futuro, così come a fattori culturali legati alla difficoltà di impegnarsi nell’educazione dei figli, più che a valori strutturali o economici in senso stretto», dichiarano gli esperti del Cisf (“Avvenire”, 23 marzo 2010).

I dati raccolti rendono evidente come il processo di scristianizzazione della società incida profondamente sulla scarsissima prolificità delle famiglie italiane. Le separazioni ed i divorzi, la contraccezione e l’aborto, la propaganda omosessualista, hanno minato in profondità l’istituto familiare che non sembra più in grado di resistere ai massicci e poderosi attacchi provenienti dall’esterno.

Desta preoccupazione il fatto che nel commentare il rapporto sull’andamento demografico del nostro paese, nemmeno l’“Avvenire”, il quotidiano dei vescovi italiani, ha fatto accenno alcuno a tali scomode questioni. Basterebbe infatti ricordare che in poco più di trent’anni è stato impedito di nascere a oltre cinque milioni di bambini con l’aborto di stato e che la diffusione della inumana pratica della contraccezione ha portato a ricercare il piacere sessuale per se stesso, scollegandolo completamente dal fine a cui è naturalmente ordinato, ossia quello della procreazione. Eppure, malgrado le evidenze si continua a ricercare le cause altrove, puntando testardamente sugli incentivi economici oppure trincerandosi dietro una generica incertezza sul futuro che attanaglia le famiglie italiane. Le cause prime vengono sistematicamente ignorate e con esse le vere responsabilità di quello che sembra essere un vero e proprio suicidio collettivo assistito.

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