mons. Lefebvre DVDItinerario Spirituale.

Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.

brani scelti

Note complementari - 3. La scelta Provvidenziale di Roma, come Sede di Pietro, e i benefici di questa scelta per la crescita del Corpo mistico di Nostro Signore Gesù Cristo.

Credo di dover aggiungere qualche riga per attirare l’attenzione dei nostri sacerdoti e dei nostri seminaristi sul fatto incontestabile dell’influenza romana sulla no­stra spiritualità, sulla nostra liturgia e anche sulla nostra teologia.

Non si può negare che questo sia un fatto provvidenziale: Dio, che guida ogni cosa, nella Sua Saggezza infinita, ha preparato Roma a divenire la sede di Pietro e il centro di irradiamento del Vangelo. Di qui il detto: «Onde Cristo è Romano" (Dante, Purg. XXXII, 102). Don Guéranger nella sua «Histoire de sainte Cécile» mostra il grande ruolo che hanno avuto nella fondazione della Chiesa i membri delle grandi famiglie romane, donando i loro beni e il loro sangue per la vittoria e il regno di Gesù Cristo. La nostra liturgia romana ne è la testimone fedele.

La «Romanità» non è una parola vana. La lingua latina ne è un esempio importante. Essa ha portato l’espressione della fede e del culto cattolico fino ai confini del mondo. E i popoli convertiti erano fieri di cantare la loro fede in questa lingua, simbolo reale dell’unità della fede cattolica.

Gli scismi e le eresie sono spesso iniziati con una rottura con la Romanità, con la liturgia romana, con il latino, con la teologia dei Padri e dei teologi latini e romani.

È questa forza della fede cattolica radicata nella Romanità che la Massoneria ha voluto far sparire occupando gli Stati Pontifici e chiudendo la Roma Cattolica nella Città del Vaticano. L’occupazione di Roma da parte dei massoni ha permesso l’infiltrazione del modernismo nella Chiesa e la distruzione della Roma cattolica da parte dei chierici e dei Papi modernisti, che si danno da fare per distruggere ogni traccia di «Romanità»: la lingua latina, la liturgia romana. Il Papa slavo è il più accanito a cambiare il poco che conservavano il Trattato del Laterano e il Concordato. Roma non è più città sacra. Egli incoraggia l’impianto delle false religioni a Roma, vi compie scandalose riunioni ecumeniche, spinge dappertutto all’«inculturazione» della liturgia, distruggendo le ultime vestigia della liturgia romana. Ha modificato nella pratica lo Statuto dello Stato del Vaticano. Ha rinunziato all’incoronazione, rifiutando così d’essere capo di Stato. Questo accanimento contro la «Romanità» è un segno infallibile di rottura con la fede cattolica, che egli non difende più.

Le Università pontificie romane sono divenute cattedre di pestilenza modernista. La promiscuità della Gregoriana è uno scandalo perenne. Tutto è da restaurare «in Christo Domino», a Roma come altrove.

Amiamo di esaminare come le vie della Provvidenza e della Sapienza divina passano per Roma e ne concluderemo che non si può essere Cattolici senza essere romani. Ciò si applica anche ai cattolici che non hanno né la lingua latina né la liturgia romana; se restano cattolici è perché restano romani, come i maroniti, per esempio, a motivo dei legami della cultura francese cattolica e romana che li ha formati.

È d’altronde commettere un errore, a proposito della cultura romana, parlare di cultura occidentale. Gli ebrei cattolici hanno portato con sé dall’Oriente tutto ciò che era cristiano, tutto ciò che nell’Antico Testamento era una preparazione e sarebbe diventato un apporto al Cristianesimo, tutto ciò che Nostro Signore ha fatto suo e che lo Spirito Santo ha ispirato agli apostoli di utilizzare. Quante volte le Lettere di San Paolo ci informano a questo proposito! Dio ha voluto che il Cristianesimo, colato in qualche modo nello stampo romano, ne ricevesse un vigore e un’espansione eccezionali. Tutto è grazia nel piano divino e il Nostro Divino Salvatore ha tutto disposto, come è detto dei Romani, «cum Consilio et patientia» o «suaviter et fortiter»!

Spetta anche a noi custodire la Tradizione romana voluta da Nostro Signore, così come Egli ha voluto che noi avessimo Maria per Madre.