E' la domenica delle Palme, il 24 marzo, primo giorno della Settimana santa, la grande Settimana, quando le condizioni dell'ammalato peggiorano improvvisamente. Tuttavia, il venerdì, ha chiesto l'orologio e l'apparecchio acustico, prova del miglioramento del paziente, e il sabato hanno pensato di farlo ritornare nella sua camera il giorno dopo. Ma domenica la speranza lascia il posto all'inquietudine: Monsignore ha una grave impennata febbrile, il cardiologo decide di lasciarlo in cura intensiva.

A don Simoulin che gli annuncia l'arrivo di suo fratello, Michel Lefebvre, sorride quel tanto che può e la gioia brilla nel suo sguardo. Ma verso le 19, quando il direttore di Econe ritorna in Ospedale, all'ingresso della sala di terapia intensiva, è colpito da un suono terrificante: un rantolo sonoro e affannoso copre tutti i rumori che provengono dagli altri box, amplificato ancor più dalla maschera d'ossigeno. Il prelato è come annientato, non può articolare parola ma comprende tutto che gli dice il reverendo: "Il ritiro, Monsignore, che ci dovevate predicare, lo predicherete in un modo che non avevamo previsto!", e Monsignore sorride. "Un certo numero di vallesi, fra cui gli autisti, fanno il ritiro con noi". E il prelato sorride ancora. Il malato, dolente e agitato, comincia a parlare senza tregua, ma attraverso la maschera d'ossigeno è difficile comprenderlo. Jo Grenon però afferra: "Siamo tutti suoi figli" e, nel momento in cui lascia il prelato, questi gli sorride e gli tende la mano in segno d'addio.

Un sorriso...uno sguardo verso il Crocifisso...queste sono le ultime "parole" di Monsignor Lefebvre. Un sorriso...per ringraziare per rassicurare, per invitare alla stessa serenità, un sorriso di carità e di attenzione per gli altri nell'oblio di se stesso. Uno sguardo verso il crocifisso, ultimo gesto coscirnte che i suoi figli abbiano scorto in lui, lo sguardo dell'adoratore e del sacerdote. Quando don Simoulin scorge il crocifisso del box ed elogia quest'ospedale e il suo buon direttore che pone ogni malato sotto la protezione del Redentore, Monsignore, molto lentamente, volge il capo e gli occhi per fissare il punto che il sacerdote gli indica alla sua sinistra, poi ferma dolcemente gli occhi.

Don Simoulin e don Laroche lo trovano che respira con molta fatica, gli occhi fissi e vitrei, gli si pratica un massaggio cardiaco, deve essere stato colpito da un'embolia polmonare. Verso le 23 e 30 l'ospedale chiama Econe: Monsignor Lefebvre è da poco peggiorato e si trova in rianimazione.

"Credo che essa sia in procinto di partire", dice l'infermiera, e si ritira. Dalle 2 e 30 in poi, il calo accelera, la respirazione rallenta mentre la fronte rimane segnata da una piega di dolore. Tutto si placa a poco a poco. Verso le 3 e 15 il prete dice all'infermiera: "La sua anima non attende che una cosa, abbandonare questo corpo che soffre per raggiungere Dio". Mentre don Laroche si allontana per svegliare il seminario e invitare la comunità a pregare in cappella, don Simoulin rimane a fianco del malato che tenta dolorosamente di respirare: è un po' l'agonia del Crocifisso. La fronte, via via che il tempo passa, è sempre più solcata da contrazioni di sofferenza, mentre i tracciati degli apparecchi di controllo scemano pian piano.

Don Simoulin inizia le preghiere degli agonizzanti. "Nel momento preciso in cui comincio –dice. Sono quasi le 3 e 20 e il nostro Superiore generale, don Schmidberger, entra nel reparto di terapia intensiva. Il quadrante segna "00" per le pulsazioni. Si sente ancora un soffio, ma è Monsignore o l'apparecchio? Tendo il rituale a don Schmidberger, che torna a recitare le preghiere in exipiratione".

Pochi ultimi sussulti contraggono il volto di Monsignor Lefebvre e verso le 3 e 25 la sofferenza abbandona per sempre il suo corpo, mentre il viso ritrova la sua serenità. Il Superiore generale chiude allora gli occhi del beneamato padre.
E' il Lunedì santo, 25 marzo, festa dell'Annunciazione della Beatissima Vergine Maria, il giorno del sorriso del Cielo alla terra e il giorno in cui la speranza rinasce nelle anime, giorno dell'Incarnazione del Figlio di Dio e dell'ordinazione sacerdotale di Gesù Cristo Sommo Sacerdote. In questo giorno, l'anima di Marcel Lefebvre è stata giudicata...

E’ il Lunedì santo, 25 marzo, festa dell’Annunciazione della Beatissima Vergine Maria, il giorno del sorriso del Cielo alla terra e il giorno in cui la speranza rinasce nelle anime, giorno dell’Incarnazione del Figlio di Dio e dell’ordinazione sacerdotale di Gesù Cristo Sommo Sacerdote. In questo giorno, l’anima di Marcel Lefebvre è stata giudicata…

[Tratto da: “Mons. Marcel Lefebvre – Una vita”]

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