Rivista americana The Remnant

DICI 15 maggio 2010-05-16

Brian Mershon: Monsignore, qual è la sua reazione di fronte a questo risultato di 19 milioni di Rosari, mentre la Fraternità ne aveva chiesti 12 milioni?

Mons. Fellay: Innanzi tutto, sono molto, molto felice nel vedere tanto entusiasmo e tale risposta al nostro appello. Sono certo che questo risultato non è dovuto solo ai nostri fedeli. Sono convinto che molti, molti altri si sono uniti a questa crociata, ma ne ignoriamo il numero. Questa è la prima cosa. Seconda, questo entusiasmo sta a significare che i fedeli hanno preso coscienza dell’importanza di questa intenzione. E me ne rallegro, perché essa è molto, molto importante.

 

Brian Mershon: Le due precedenti crociate del Rosario hanno dato luogo a delle risposte rapide e storiche – la liberalizzazione della Messa per tutti i sacerdoti nel mondo intero e la remissione della scomunica ai vescovi della Fraternità, il che ha permesso in particolare di intavolare dei colloqui dottrinali con la Santa Sede. Prevede una risposta altrettanto spettacolare a questa terza Crociata del Rosario?

Mons. Fellay: Lascio questo nelle mani di Dio e della Santissima Vergine Maria. Ma probabilmente no. Sarei molto stupito di vedere il Papa consacrare la Russia. Sarebbe una grandissima sorpresa. D’altro canto, però, noi siamo già stati sorpresi, così non mi stupirebbe se questo accadesse rapidamente. Questa volta, ciò che chiediamo è davvero importante, così grande e così direttamente implicato in tutti gli avvenimenti della storia dei tempi moderni.

Brian Mershon: Dopo l’elezione di Benedetto XVI e la designazione del nuovo patriarca ortodosso russo, si è notato un chiaro cambiamento nelle relazioni e, mi sembra, per il meglio. Il Patriarcato ortodosso russo ha anche pubblicato un libro sugli scritti del Papa, destinato ad essere distribuito ai suoi fedeli! Come vede questa vicenda? Vi è anche qui un legame col terzo segreto di Fatima?

Mons. Fellay: Personalmente credo che vi sia del movimento in Russia. Sicuramente vi è qualcosa che sembra muoversi in questo paese. Fino a dove e fino a che punto? Non lo so. Ma molti indizi manifestano una rinascita della religione in Russia.

Brian Mershon: Ha già inviato i Rosari?

Mons. Fellay: Non tarderemo a farlo.

Brian Mershon: Qual è la posizione della Fraternità San Pio X nei confronti degli attacchi contro il Santo Padre e la Chiesa da parte dei media del mondo intero?

Mons. Fellay: Penso che siamo di fronte ad una importante prova che la Chiesa ha sempre dei nemici. E che questi nemici hanno nome e cognome. Lo si constata dalla campagna in corso. Essa è molto indicativa. Da un lato i vecchi nemici americani, dall’altro le sinistre europee, i due lavorano insieme.

Brian Mershon: Pensa che questi attacchi siano legati all’offensiva predetta da suor Lucia nel terzo segreto?

Mons. Fellay: È troppo difficile dirlo. Ma vi è una citazione di Fatima che vi si applica e che mi piace citare: «Il Papa dovrà soffrire molto. Il Papa dovrà soffrire molto». È quello che sta accadendo.

Brian Mershon: I colloqui in corso con la Santa Sede si svolgono lontano dai proiettori dei media per delle ragioni evidenti. Come pensa che vada a finire? Cos’è che farà sì che la Fraternità accetti una struttura canonica? E questi colloqui hanno un legame con una eventuale soluzione canonica?

Mons. Fellay: Impossibile dirlo. Assolutamente impossibile. Per adesso tutto dipende da troppi fattori. Non ho una risposta.

Brian Mershon: Certi critici dicono che il rigetto di una soluzione canonica o pratica è un segno di ostinazione o di cattiva volontà. Cosa risponde a questo?

Mons. Fellay: È molto semplice. La Santa Sede ha accettato che si svolgessero dei colloqui dottrinali … Questo fatto dovrebbe rispondere da solo alla sua domanda, senza un mio intervento. Ma, al di là di questo, è molto chiaro che una eventuale soluzione senza fondamento dottrinale sarebbe disastrosa. Noi non la vogliamo. Per andare avanti, noi vogliamo e abbiamo bisogno della sicurezza di una soluzione fondata sulla dottrina. Quindi, pretendere che vi sia qualcosa di definitivo prima ancora di impegnarsi nei colloqui dottrinali… .Abbiamo sotto gli occhi tutti gli esempi precedenti: La Fraternità San Pietro, l’Istituto Cristo Re e tutti gli altri sono completamente bloccati sul piano dottrinale poiché hanno accettato prima un accordo pratico.

Brian Mershon: Crede che il Papa, personalmente, desideri giungere ad una soluzione canonica con la Fraternità San Pio X?

Mons. Fellay: Sì, penso di sì. Penso che sia questo che il Papa desideri. Egli vuole che la situazione della Chiesa migliori e vuole risolvere con la Fraternità la questione della consacrazione dei suoi vescovi.

Brian Mershon: In occasione di interviste precedenti, lei ha detto che la Fraternità ha delle buone relazioni ed anche degli amici tra i vescovi e i cardinali – anche in seno alla curia romana. Quali consigli vi danno sui colloqui dottrinali in corso?

Mons. Fellay: Nessuno. Sono molto discreti in questo momento. Io penso che i colloqui in corso sono molto buoni e si svolgono con tutta discrezione. Il prossimo avrà luogo a maggio.

Brian Mershon: È a conoscenza di un gruppo di sacerdoti o di fedeli, o di diocesi, che nella storia recente della Chiesa, abbiano offerto un così grande bouquet di Rosari al Papa, come avete fatto voi per tre volte?

Mons. Fellay: No, che io sappia. Forse vi è un precedente, ma non ne sono al corrente. È evidente che una tale crociata è unica. Credo che padre Gruner si accinga a fare la stessa cosa.

Brian Mershon: Quali consigli può dare ai cattolici che desiderano aprire una cappella dalle loro parti? La Fraternità frena l’espansione delle cappelle in ragione dei colloqui dottrinali?

Mons. Fellay: Bisogna che innanzi tutto i fedeli ci contattino e poi si può provare a fare qualcosa per loro. In questo momento abbiamo tante di quelle domande che difficilmente potremo soddisfarle tutte. Quest’anno è stato buono per le ordinazioni. Non di meno siamo sempre a corto di sacerdoti  Abbiamo difficoltà a rispondere (per soddisfare tutte le domande). Ma continuiamo la nostra strada come prima. Sarebbe assolutamente controproducente pensare che dovremmo fermare la nostra espansione in ragione dei colloqui con Roma. È il contrario che bisogna fare.

Brian Mershon: Monsignore, ha qualcos’altro da aggiungere?

Mons. Fellay: Le preghiere alla Santissima Vergine Maria devono continuare. Certuni penseranno che adesso, ultimata la nostra crociata del Rosario, tutto vada bene. No, no e no. Ormai è chiaro che siamo impegnati in una battaglia con i veri nemici della Chiesa. Allora, cattolici, tenetevi pronti! Conquistate la vittoria col Rosario!