logo diciEstratto dell'omelia del 2 luglio, Zaitzkofen (Germania)

[...] Alcuni si domandano: a che serve questo comunicato, che cosa significa? Carissimi Fedeli, esso corrisponde a questo tempo di confusione in cui noi viviamo.

Molti preferirebbero vedere le cose solo in nero o solo in bianco, ma non è così.

Per questo motivo il comunicato non vuole dire che noi vogliamo rompere con Roma, ma che noi chiediamo la chiarezza e che non abbiamo intenzione di far deragliare il nostro treno ... , dal momento che vi sono realtà più importanti [di un riconoscimento puramente canonico] sulle quali bisogna insistere. Ogni società – sia lo Stato che la Chiesa – ha un fine, una struttura, con i suoi diritti e le sue leggi. È per questo che si può dire che anche la Chiesa è uno stato di diritto. Tale diritto è quello di avere e di rispettare l'ordine corrispondente alla sua finalità. E vi possono essere degli abusi. Il punto principalissimo di ogni società è il fine, che domina tutto, fissa la sua struttura, la sua costituzione, i suoi mezzi.mons. Fellay a Zaitkofen per le Ordinazioni Sacerdotali

Per la Chiesa, il suo fine è la salvezza delle anime. Per questo il Codice di Diritto canonico afferma che la legge suprema è la salvezza delle anime, suprema lex salus animarum. Il che significa, carissimi Fratelli, che ogni norma, ogni esercizio dell'autorità ha il suo valore e attinge la sua forza in questa suprema legge: la salvezza delle anime. Vale per ogni legge, vale per ogni incarico nella Chiesa, compreso quello del Papa. Se una qualsivoglia autorità si allontana da questo fine o vi si oppone, vuol dire che c'è un abuso e non si dovrà seguire quell'autorità.

Per questo diciamo che da una parte abbiamo il diritto di essere riconosciuti come cattolici, è normale ed è giusto; dall'altra diciamo che questo riconoscimento non è la cosa principale. La cosa principale è la salvezza delle anime.

In quale modo la Chiesa conduce le anime alla salvezza? Abbiamo un primo principio: è la fede.

Nostro Signore stesso – e non solo la Chiesa – Dio stesso ha detto: «Chi non crede è già giudicato» (Gv 3, 18). Colui che rifiuta la Fede cattolica ed aderisce all'errore, colui che si allontana dalla fede e non la conserva integra ed inviolata, perirà per tutta l'eternità – così si esprime il Simbolo di sant'Atanasio, «absque dubio, senz'alcun dubbio». Per questo motivo la fede determina ogni atto ecclesiale. Tale è il primo principio su cui noi fondiamo e costruiamo la nostra opera.

In un'epoca in cui numerosi errori si diffondono non solo all'esterno, ma anche all'interno della chiesa, il nostro primo dovere è di difendere questa fede e condannare gli errori; e tale è, e dovrebbe essere, il primo dovere delle supreme autorità della Chiesa. È un rimprovero grande quello che facciamo alle autorità, poiché il giorno del Battesimo la prima domanda è: «Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio?», e la risposta è: «La fede». Perché? Perché conduce all'eterna salvezza, alla vita eterna! Senza questa fede non avremo la salvezza eterna.

Fino al Concilio, la Chiesa ha stabilito le sue leggi e posto in essere tutte le sue azioni in vista della conservazione e della propagazione della fede. Dopo il Concilio, questo principale dovere è diventato secondario. Per questo ci troviamo in un incredibile stato di confusione. Proprio perché noi rifiutiamo una tale confusione, poiché vogliamo lavorare alla conservazione e alla propagazione della fede siamo stati condannati, e continuiamo ad esserlo fino ad oggi. Eppure è questo un fondamento che non siamo disposti ad abbandonare – e neppure lo possiamo.

La fede deve avere il primo posto [...]


Fonte: DICI