Lo hanno detronizzato.

Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.

brani scelti

 

 

 seguito

Parte Quarta - Una rivoluzione in tiara e piviale.

Capitolo XXXIII - Il rimedio al liberalismo «Tutto restaurare nel Cristo»

 

Il diritto

Oltre alla filosofia e alla teologia, è necessario che una terza scienza riduca le grandi verità dell’ordine naturale e dell’ordine sovrannaturale a regole giuridiche. Il liberalismo, infatti, anche nelle sue forme più moderate, afferma i diritti dell’uomo senza Dio. Nulla di più indispensabile, di conseguenza, per il giurista cattolico, che fondare nuovamente i diritti degli uomini che vivono in società sui loro doveri verso Dio, sui diritti di Dio. Di diritti dell’uomo, in verità, non ci sono che quelli che lo aiutano a sottomettersi ai diritti di Dio! Si esprime la stessa verità dicendo che il diritto positivo, il diritto civile, deve fondarsi sul diritto naturale. Papa Pio XII ha insistito su tale principio, contro l’errore del positivismo giuridico, che fa della volontà arbitraria dell’uomo l’origine del diritto.

Poi c’è il diritto sovrannaturale: i diritti di Gesù Cristo e della sua Chiesa, i diritti delle anime riscattate dal sangue di Gesù Cristo. Questi diritti della Chiesa e delle anime cristiane nei confronti dello Stato formano quel che noi abbiamo chiamato il diritto pubblico della Chiesa. È una scienza che viene praticamente annientata dalla dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa, come ho cercato di mostrarvi (278). Niente di più urgente, di conseguenza, che insegnare nuovamente il diritto pubblico della Chiesa, che stabilisce i grandi princìpi che reggono le relazioni fra la Chiesa e lo Stato (279). In proposito raccomando specialmente la lettura delle Institutiones juris publici ecclesiastici, del Cardinale Ottaviani, e dell’opera Ecclesia et status, fontes selecti, di Giovanni Lo Grasso s. j.: quest’ultima opera, in particolare, fornisce tutti i documenti misconosciuti o fatti cadere in oblio dai liberali, dal IV al XX secolo.

Non dimentichiamo infine quell’inesauribile fonte del diritto della Chiesa che è la storia ecclesiastica: alla luce di questa, l’atteggiamento dei primi imperatori cristiani, che misero il gladio temporale al servizio del potere spirituale della Chiesa nel IV secolo, atteggiamento in seguito costantemente lodato dalla Chiesa, oppure la coraggiosa resistenza dei Vescovi e dei Papi contro i principi usurpatori del potere spirituale col passare dei secoli, sono semplicemente il dogma messo in pratica e rappresentano la confutazione più radicale di tutti i liberalismi: sia di quello dei rivoluzionari persecutori della Chiesa che di quello, ben più perfido, dei liberali detti cattolici.

 

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278) Si veda capitolo XXVIII.

279) Si veda capitolo XIII.