Lo hanno detronizzato.

Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.

brani scelti

 

seguito

Parte Quarta - Una rivoluzione in tiara e piviale.

Capitolo XXXII - Un liberalismo suicida: le riforme postconciliari

 

Vorrei sottolineare che questa volontà di sopprimere tutte le istituzioni cattoliche della vita civile è una volontà di principio. Si afferma, sia per bocca di questo Presidente italiano, sia per quella del Cardinale Casaroli e di Giovanni Paolo II, sia per quella di teologi come il Cardinale Ratzinger, come in definitiva nel testo della dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa, che non ci devono più essere «bastioni» cattolici. È una risoluzione di principio. In particolare, non ci debbono più essere Stati cattolici.

Sarebbe ben diverso dire: «noi consentiamo ad accettare la separazione fra la Chiesa e lo Stato, perché la situazione nel nostro paese è completamente mutata a causa della malizia degli uomini, la nazione non è più in maggioranza cattolica, ecc., dunque siamo disposti a subire una riforma equivalente delle relazioni fra la Chiesa e lo Stato, sotto la pressione degli avvenimenti, ma non siamo d’accordo col principio della laicizzazione dello Stato e delle istituzioni pubbliche». Affermare questo sarebbe stato perfettamente legittimo nei Paesi dove la situazione è realmente mutata.

Ma dire in blocco che nella nostra epoca, in tutti i Paesi, il regime di unione tra la Chiesa e le istituzioni civili è superato, è assolutamente falso. Innanzitutto perché nessun principio della dottrina cattolica è mai «sorpassato», anche se la sua applicazione deve tener conto delle circostanze; e il regime di unione è un principio della dottrina cattolica, immutabile come questa (274). Inoltre all’epoca del Concilio e dopo il Concilio c’erano ancora Stati interamente cattolici (Spagna, Colombia, Vallese svizzero) o quasi interamente (Italia, ecc.), che era del tutto ingiustificato voler laicizzare.

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Ebbene, tanto per fare un esempio, il Cardinale Ratzinger afferma esattamente il contrario nel suo libro Les principes de la théologie catholique (275):

«Quasi nessuno più oggi mette in dubbio che i concordati spagnolo ed italiano cercavano di conservare davvero troppi elementi di una concezione del mondo che da lungo tempo non corrisponde più ai dati reali.

«Allo stesso modo quasi nessuno può negare che a questo attaccamento ad una concezione obsoleta dei rapporti fra la Chiesa e lo Stato corrispondevano eguali anacronismi nell’ambito dell’educazione.

«Né gli abbracci né il ghetto potevano risolvere in modo durevole per il cristiano il problema del mondo moderno. Rimane il fatto che lo «smantellamento dei bastioni» che Urs von Balthasar chiedeva nel 1952 era effettivamente un dovere pressante.

«Ad essa (alla Chiesa) è stato necessario separarsi da molte cose che fino a quel momento garantivano la sua sicurezza e le spettavano di diritto quasi andassero da sé. Ha dovuto abbattere vecchi bastioni e affidarsi alla sola protezione della fede».

Come potete constatare, sono le stesse banalità liberali che abbiamo già riscontrato sotto la penna di John Courtney Murray e di Ives Congar (276): la dottrina della Chiesa in materia viene ridotta ad una «concezione del mondo» legata ad un’epoca passata, e l’evoluzione delle mentalità verso l’apostasia è affermata come se fosse una cosa indifferente, ineluttabile e assolutamente generalizzata. Infine, Joseph Ratzinger non ha che disprezzo o indifferenza verso le difese che lo Stato cattolico e le istituzioni che ne derivano costituiscono per la fede.

Si pone un solo problema: queste persone sono ancora cattoliche, visto che per loro il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo è una concezione sorpassata? E, secondo problema che vorrei sottoporvi: ho torto quando dico che la società cristiana e cattolica, e in definitiva la Chiesa, muore non tanto per gli attacchi dei comunisti e dei massoni, quanto per il tradimento dei cattolici liberali che, dopo aver fatto il Concilio, hanno poi realizzato le riforme post-conciliari? Allora, ammettete con me, i fatti sono sotto gli occhi di tutti, che oggi il liberalismo conciliare sta portando alla tomba la Chiesa. I comunisti sono chiaroveggenti, come dimostra il fatto che segue. In un museo della Lituania, dedicato in parte alla propaganda atea, si trova una grande foto dello «scambio delle penne», all’epoca della firma del nuovo concordato italiano, tra il presidente italiano e il Cardinale Casaroli; la foto è accompagnata da questa didascalia: «Il nuovo concordato tra l’Italia e il Vaticano, grande vittoria per l’ateismo». Ogni commento mi sembra superfluo.

 

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274) Sull’immutabilità dei princìpi del diritto pubblico della Chiesa, si veda il capitolo XIV.

275) Téqui, Paris 1985, pp. 427 e 437.

276) Cfr. capitolo XIX.