“Va, Francesco, restaura la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina”.

Rispondendo all'appello del Crocifisso di San Damiano, san Francesco si è fatto costruttore di chiesa prima di essere un ricostruttore della ChiesaPer Monsignor Lefebvre, il processo è stato inverso.

 

Chiesa di Econe, Svizzera, 1998Chiesa di Mendoza, Argentina, 2002

Chiesa di Stuttgart, Germania, 1998

Chiesa di Denver, Stati Uniti, 2001

Il paragone tra San Francesco e Monsignor Lefebvre non è esagerato. Infatti, il valoroso vescovo ha avuto anche lui quello che potremmo definire un’esperienza mistica che ha sigillato la sua vocazione. Ne parla nella prefazione al suo libro “Itinerario spirituale” (1) scritto nel 1989: “… lo Spirito Santo mi permette di realizzare il sogno che mi ha fatto intravedere un giorno nella Cattedrale di Dakar: (…) trasmettere in tutta la sua purezza dottrinale, in tutta la sua carità missionaria, il sacerdozio cattolico di Nostro Signore Gesù Cristo…” .

Fin dalla sua fondazione, l'opera di Monsignor Lefebvre ha dimostrato un’eccezionale attività apostolica, poiché ormai la Fraternità San Pio X conta 750 centri di Messa nel mondo intero, vera rete internazionale al servizio della santificazione delle anime e della Messa di sempre.

All’inizio, la maggioranza dei centri di Messa erano delle sale prese in affitto o dei vecchi garage, magazzini, o altri locali del genere, comprati e trasformati in luoghi di culto. Era il tempo delle catacombe.

Pian piano, però, grazie alla generosità dei fedeli che sempre più numerosi si appellavano a suoi sacerdoti, la Fraternità ha potuto costruire delle vere cappelle o delle chiese, alcune delle quali sono splendide opere d’architettura dalle dimensioni tali da permettere a centinaia di fedeli di assistere alla Messa domenicale. Potete vedere le foto di alcune di esse con la data di costruzione. Sono edifici costruiti senza nessun aiuto dallo Stato, senza offerte dalle diocesi, senza pubblicità. Sono il frutto della preghiera e del lavoro dei fedeli, una bella testimonianza di fede.

Il Concilio Vaticano II parla di “tradizione vivente” (2), concetto sbagliato di una tradizione che cambia nel tempo. Anche nella Fraternità San Pio X si parla di “tradizione vivente”, ma nel senso che la Tradizione dà la vita ed è feconda. Questa fecondità si vede nelle numerose vocazioni sacerdotali e religiose, nelle famiglie con tanti bambini, nelle conversioni e in tutte le grazie che i fedeli ricevono tutti i giorni. Si vede anche nell’apertura, ogni anno, di nuovi priorati e centri di Messa. Mentre il Vaticano II ha voluto fondare una nuova Chiesa, la Fraternità costruisce dappertutto delle chiese nuove!

Don Fabrizio Loschi

Note:

(1) Mons. Marcel Lefebvre, Itinerario Spirituale - Ed. Ichthys 2000, prefazione.

“Permettendo che io scriva le poche riflessioni spirituali che seguono, prima di entrare, a Dio piacendo, nel seno della Santissima Trinità, lo Spirito Santo mi permette di realizzare il sogno che mi ha fatto intravedere un giorno nella cattedrale di Dakar: di fronte alla progressiva degradazione dell’ideale sacerdotale, trasmettere, in tutta la sua purezza dottrinale, in tutta la sua carità missionaria, il sacerdozio cattolico di Nostro Signore Gesù Cristo, quale Egli l’ha trasmesso fino alla metà del XX secolo”.

(2) Costituzione Dei Verbum sulla Divina Rivelazione

 

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Chiesa di Schonenberg, Germania, 1995

Chiesa di La Reja, Argentina, 2001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiesa di Tynong, Australia, 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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