La Madonna dei Fiori di BraChesterton, i miracoli e la Madonna di Bra

di Matteo Carnieletto

L’esistenza dei miracoli – lo si voglia o no – è una questione di buonsenso. Parola di G.K. Chesterton. Il ragionamento, in fin dei conti, è semplice: «chi crede nei miracoli li accetta (a torto o a ragione) perché ne ha delle prove. Chi non crede nei miracoli non li accetta (a torto o a ragione) perché ha una dottrina contro di essi». È corretto e democratico,

continua Chesterton, credere a una vecchia fruttivendola che ci parla di un miracolo, tanto quanto credere ad una vecchia fruttivendola che racconti di aver assistito ad un assassinio.

 

È corretto e democratico credere ad un contadino sull’esistenza dei fantasmi, tanto quanto credere ad un contadino sull’esistenza del suo padrone. Uno è liberissimo di non credere alla storia del contadino, ma i casi sono due: «o rifiutate la storia del contadino sul fantasma perché il testimone è un contadino, oppure perché è una storia sui fantasmi. Vale a dire che, o negate il principio basilare della democrazia o affermate il principio basilare del materialismo: l’impossibilità astratta del miracolo. Avete tutto il diritto di farlo, ma in tal caso siete voi i dogmatici. Siamo noi cristiani ad accettare tutte le prove reali, mentre siete voi razionalisti che rifiutate le prove reali perché costretti a farlo dal vostro credo».

 

Lo scorso primo di gennaio, la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha organizzato un pellegrinaggio a Bra dove, il 29 dicembre 1336, accaddero i fatti che ora narreremo. Una giovane donna incinta – Egidia Mathis – mentre era sulla via di casa, si fermò a pregare presso un’edicola, avvolta dai pruni, in cui era rappresentata la Vergine con in braccio il Bambino. Dei soldati malintenzionati – appostati nei paraggi – si diressero verso la donna, ma – prontamente – Egidia abbracciò il pilone e invocò il Santissimo nome di Maria. Apparve quindi una «dignitosa matrona», avvolta in un manto di candida luce, che fece scappare i soldati. A causa dello spavento, Egidia partorì nei pressi dell’edicola, mentre la Donna che era apparsa «provvide abbondantemente ai bisogni dell’accelerato parto e, continuando la pietosa opera, fu tutta intenta a provvedere i lini opportuni al neonato ed a ristorare la madre». La Donna misteriosa sparì ed Egidia – ripresasi dallo spavento e dalle fatiche del parto – tornò a casa per raccontare ai familiari quanto era successo. I parenti di Egidia si diressero verso l’edicola e, giunti sul luogo, rimasero stupiti: i rami dei pruni, nonostante fosse inverno, erano costellati di fiori bianchi.

Da quell’anno, i pruni cominciarono a fiorire, puntuali, pochi giorni prima della fine di dicembre e, in alcuni casi, nei giorni che precedono l’8 dicembre, giorno in cui si celebra la festa dell’Immacolata Concezione. Solo in gravi momenti storici, come nel 1877, in occasione dell’agonia di Pio IX, nel 1914 e nel 1939 (gli anni dello scoppio delle due Guerre Mondiali), i pruni non fiorirono.

Uno è liberissimo di non credere che Dio può far sbocciare quei fiori candidi nel pieno dell’inverno. Ma noi,  di fronte all’ostinazione con cui questi fiori continuano a nascere nel freddo pungente di dicembre, vediamo il miracolo e ringraziamo Dio per questo dono. I fiori che ogni anno sbocciano a Bra ricordano quanto scritto da Chesterton sulle ripetizioni in natura: «Può darsi che ogni mattina Dio dica: “fallo ancora” al sole e ogni sera dica: “fallo ancora” alla luna. Forse non è un’automatica necessità a rendere le margherite tutte uguali, forse Dio crea ogni margherita separatamente, ma non si stanca mai di farlo. Probabilmente possiede in eterno lo stesso entusiasmo dell’infanzia; noi siamo invecchiati perché abbiamo peccato e nostro Padre è più giovane di noi. Nella natura la ripetizione può non essere un semplice ripresentarsi di un evento, può essere un bis come a teatro». Ed è per questo che ogni anno a Bra Dio ci dona questo splendido bis.

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