La Relazione finale del sinodo sulla famiglia è stata approvata dai padri sinodali che l’hanno votata nei suoi i 94 punti approvandoli tutti ai 2/3 dei voti. Questo testo sotto certi aspetti costituisce uno scandalo senza precedenti. In esso infatti si chiamano “membra vive della Chiesa”[1] coloro che vivono pubblicamente nell’adulterio affermando che occorre valutare nella pratica la possibilità per essi di accostarsi alla S. Eucaristia “caso per caso”.

Si mina così la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio come se questa potesse variare in ragione delle circostanze. Lo stesso 6° comandamento: “Non commetter adulterio” sarebbe così valido in generale, ma poi occorrerebbe considerare ogni caso particolare, ammettendo in questo modo eccezioni. Siamo in presenza di una tecnica rivoluzionaria, già utilizzata al Concilio Vaticano II, per sconvolgere la dottrina, introducendo una morale a geometria variabile, non più riferita a principi immutabili ma che si adatta alle circostanze. Tutto ciò in perfetta continuità con i due Motu proprio di Papa Francesco sull’abbreviazione della procedura per l’annullamento dei matrimoni che hanno aperto la via a quello che è già stato chiamo il “divorzio cattolico”.

È questa la nuova, falsa misericordia, non per il peccatore, ma per il peccato. La vera misericordia infatti non consiste nel modificare la morale per giustificare una condotta disordinata ma nel mostrare la gravità del male e spingere il peccatore alla conversione.

Come già affermò il nostro fondatore, Mons. Marcel Lefebvre, stiamo vivendo la Passione della Chiesa che si manifesta sempre più con il tradimento della gerarchia: è il bacio di Giuda; è Caifa che fa liberare Barabba e condanna Gesù a morte.

Tacere di fronte a questo scandalo significa acconsentire. La Fraternità San Pio X non può tacere e nel seguente comunicato il nostro Superiore generale ribadisce la dottrina cattolica di fronte a questi errori diffusi dalle stesse autorità ecclesiastiche.

don Pierpaolo Maria Petrucci

 

[1] N. 84

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