L’agonia di Gesù nel Getsemani

Tutte le colpe del mondo, commesse dall'uomo fin dal la sua prima caduta, gli apparvero a miriadi nella loro completa mostruosità. Nella sua sconfinata angoscia, Gesù supplicò il Padre celeste di perdonare i pensieri malvagi e le offese degli uomini, offrendogli in cambio la sua suprema espiazione.

 

Vidi il Redentore abbandonarsi alla sua natura umana e prendere sopra di sé le nefandezze del mondo. Era sudato, stremato e angosciato di fronte agli innumerevoli peccati che Satana continuava a mostrargli come sue conquiste, mentre gli diceva: «Come?!... Anche questo vuoi prendere sopra di te e sopportarne la pena?».

La sua umanità pareva soccombere sotto l'enorme peso dei nostri peccati, quando un solco di luce chiarissima scese dal cielo, da oriente. Erano le schiere angeliche del paradiso inviate dal Padre celeste per infondere rinnovato vigore al suo Figlio divino. Gesù era al limite delle sofferenze spirituali, il peso delle colpe umane continuava a gravare immensamente su di lui e a causargli dolori atroci, mentre gli spiriti malvagi lo deridevano e i demoni gli facevano sentire la loro orribile voce. Infine, nonostante le spaventose visioni, rincuorato dagli angeli, Gesù misericordioso seppe accogliere tutto su di sé. Egli amò immensamente Dio e anche gli uomini, vittime delle loro stesse passioni.

Gesù era rimasto perseverante nell'orazione, pur continuando a sudare con tremiti convulsi. Atterrito dall'immensa ingratitudine degli uomini verso Dio, il Signore sentì piagare la sua anima e cadde in un violento dolore; allora si alzò e rivolse la sua pena al Padre: «Abbà, Padre mio, se puoi, allontana da me quest'amaro calice!».

Ma subito soggiunse: «Sia fatta, però, non la mia, ma la tua volontà!». Sebbene la sua volontà e quella del Padre fossero strettamente congiunte, la natura umana di Gesù tremava di fronte alla morte. Lo vidi sfigurato in volto e le sue labbra erano livide. Barcollando, uscì dalla grotta e si diresse verso i tre apostoli che aveva lasciato fuori. Vedendoli addormentati, il Signore, estenuato e sopraffatto dalla tristezza, incespicò e cadde vicino a loro. Ancora circondato dalle tremende visioni, rialzandosi lentamente, Gesù disse: «Perché dormite? Non potete vegliare nemmeno un'ora? ».

I tre, che frattanto si erano svegliati e si erano levati in fretta, vedendo il Signore trafelato e madido di sudore, stavano per chiamare gli altri apostoli, ma Gesù fermò Pietro dicendo: «Non chiamare gli altri, non voglio che mi vedano in queste condizioni, dubiterebbero di me e cadrebbero in tentazione. Ma voi che avete veduto il Figlio dell'uomo nello splendore, potete pure vederlo nell'oscurità e nell'abbandono. Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è sveglio, ma la carne è debole e inferma».

[…] In tale contesto il Salvatore vide le indicibili sofferenze che la sua anima avrebbe dovuto superare per redimere l'uomo dal peccato d'origine, causa di tutti i patimenti. La sua santa anima vide le pene future che sarebbero gravate sugli apostoli, sui discepoli e sui santi martiri. La crescita della Chiesa tra ombre e luci, le eresie, gli scismi e tutte le forme di vanità e le colpe scandalose del clero. La tiepidezza e la malvagità di numerosi sedicenti cristiani. E ancora: la desolazione del regno di Dio sulla terra e le orrende raffigurazioni dell'ingratitudine e degli abusi degli uomini.

Con il suo martirio egli avrebbe instaurato nel mondo il precetto salvifico dell'amore e sarebbe stato il Salvatore divino per quanti, nei secoli, avrebbero voluto sfuggire alle fiamme dell'inferno e avvicinarsi alla luce beatifica di Dio. L'umanità, corrotta dal peccato, che lui si preparava a riscattare col proprio tributo di sofferenze indicibili, si sarebbe potuta salvare solo alla sequela della sua imitazione.

[…] Le sofferenze interiori di Gesù, per tali orribili peccati e concupiscenze, furono così intense che il suo corpo versò fiotti di sangue.  Nello stesso tempo vidi la Vergine Maria patire a sua volta l'agonia spirituale del Figlio. Perse più volte i sensi mentre sollevava le mani imploranti verso il Getsemani. Anche Gesù, con molto trasporto, contemplava nello spirito le pene della sua santa Madre. Fu una visione intensa e molto commovente.

L’arresto

«Mentre parlava ancora, giunse una turba, e colui che era chiamato Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo» (Luca 22,47).

Gesù, facendo segno ai suoi di starsene fermi, avanzò verso le guardie e chiese a voce alta: «Chi cercate?».  «Gesù di Nazaret!», gli fu risposto dal comandante delle guardie. Il Signore con voce ferma rispose: «Io sono colui che cercate!». A queste parole quasi tutti gli sgherri vacillarono e caddero a terra. Si rialzarono e si avvicinarono di nuovo a Gesù, in attesa del segno che avrebbe dato l'Iscariota baciando il Signore. Gesù chiese ancora una volta: «Chi cercate?». Ed essi risposero: «Gesù di Nazaret!».  «Sono io! Se cercate me, lasciate andare costoro», rispose il Signore. Quelli vacillarono di nuovo e, caduti a terra, si contorcevano come epilettici. Gesù disse alleguardie:«Alzatevi!».  E quelli, tutti confusi, si alzarono e spinsero avanti Giuda. Sconvolto, il traditore si accostò a Gesù e lo baciò sul la guancia per dare il segnale convenuto. Lo udii dire: «Salve, Signore!». Gesù gli rispose con tristezza:  «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo! Sarebbe stato meglio per te che non fossi mai nato!».

Intanto, avuto il segno che attendevano, i soldati circondarono il Signore, mentre gli altri sgherri ricacciavano in dietro gli apostoli che volevano liberare Gesù a tutti i costi.

[…]  Dopo la passione del Signore, tutti gli sgherri che erano caduti quando Gesù dichiarò il suo nome, si convertirono e divennero buoni cristiani. Malco si convertì subito dopo la sua guarigione.

[…] Le guardie legarono il Signore, accusandolo di essere in relazione con il demonio. Gli legarono le mani in modo assai crudele, usando corde nuove fatte con rami di salice: gli bloccarono il polso della mano destra al di sopra del gomito sinistro, e il polso sinistro sul braccio destro; gli strinsero attorno alla vita un'alta cintura munita di punte e vi fissarono le mani di Gesù con lacci di vimini. Inoltre gli appesero al collo un collare, dal quale partivano due corregge che, incrociandosi su petto, scendevano legandosi alla cintura. Da queste partivano quattro funi, che erano tirate a piacimento dai quattro bruti rozzi e muscolosi. Così il Salvatore iniziò la dolorosa via della croce...

Per compiacere i farisei, gli aguzzini tiravano le funi con feroce violenza aumentando le sue sofferenze.
I malvagi avevano in mano altre funi piene di nodi con le quali lo frustavano come un animale che viene portato al macello, mentre lo riempivano d'insulti e lo costringe vano a camminare a piedi nudi tra rovi e cespugli.

[…] A colpi di bastone, pallido e in sanguinato, il Signore fu condotto alla casa di Anna.

Gesù condotto da Anna

«Intanto la coorte, il tribuno e le guardie dei Giudei presero Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna, perché era suocero di Caifa, il sommo sacerdote di quell'anno» (Giovanni 18,12).

Vidi Gesù trascinato per le funi da alcuni sgherri. Il Signore fu fatto salire sul primo dei gradini sotto il seggio di Anna. Vidi il Signore, insanguinato e con la veste inzuppata, davanti al crudele sacerdote. Gesù aveva il capo chino. Quel vecchio scellerato, dal volto scarno e con la barba rada, si rivolse a Gesù con tono ironico e il sorriso beffardo. Non ricordo tutte le sue parole, ma pressappoco furono queste:  «Oh! Sei proprio tu? Gesù di Nazaret, dove sono dunque i tuoi discepoli? E il tuo regno? Adesso tutto ha preso un'altra piega! Hai finito di profanare il sabato e di bestemmiare. Qual è dunque questa nuova dottrina religiosa che vuoi introdurre?».

Gesù rispose in tono pacato: «Io ho insegnato pubblicamente nel tempio e nelle sinagoghe, non ho tenuto niente in segreto: non interrogare me, ma coloro che udirono quel che ho detto!».

A questo punto Anna ebbe un moto interiore di rabbia; un servo se ne accorse e, con la mano destra coperta da un guantone di ferro, colpì Gesù in pieno viso dicendogli:  «Così rispondi al sommo sacerdote, farabutto?».

Scosso dal colpo, il Signore cadde dal gradino e finì a terra, con il volto sanguinante. […]

Si levò un coro di accuse ben concertate che tendevano a presentare Gesù come un agitatore del popolo. Seguirono centinaia di altre accuse, oltraggi e improperi. Ognuno gli andava vicino per rivolgergli le più inaudite insolenze. […]  Il Signore venne condotto da Caifa tra gli oltraggi della folla.  La casa di Anna dista da quella di Caifa circa trecento passi. Mentre percorreva questo breve cammino, sempre spinto dalle guardie, Gesù fu deriso e malmenato da una massa di ebrei scalmanati e dai falsi testimoni usciti dal tribunale di Anna.

 I falsi testimoni avevano già riempito l'atrio.

Appena Gesù uscì dal colonnato e si mostrò alla presenza dei membri del consiglio, Caifa gli gridò contro: «Sei tu, dunque, il profanatore nemico di Dio che disturbi la notte santa? ».

Poi lesse le accuse formulate dal primo tribunale e lo tempestò di domande. Gesù restò tranquillo fissando gli occhi a terra. Le guardie lo punzecchiarono con bastoni dalla punta di ferro e lo percossero gridando: «Rispondi al sommo sacerdote! Hai perduto la lingua?».

Ma egli continuava a tacere.

Avvicinatosi a Gesù, con voce quasi supplichevole, gli chiese: «Ti scongiuro per il Dio vivente: dimmi se tu sei il Messia, il Figlio di Dio Altissimo». Adesso nella sala il tumulto era completamente cessato.
Gesù, fortificato dal Padre celeste, rispose con il tono dignitoso della Parola eterna: «Tu lo hai detto, io lo sono! E vi dico che presto vedrete il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo, seduto al la destra dell'Altissimo!».

Nel pronunziare queste parole, Gesù fu irradiato da un magnifico e indicibile splendore e il cielo si aprì sopra di lui; in quell'istante percepii la luce di Dio onnipotente.

Afferrato da un moto di collera, Caifa si strappò una parte del suo magnifico mantello e urlò: «Lo avete udito? Egli ha bestemmiato: servono ancora i testimoni? Qual è dunque la vostra sentenza?».

Tutti i presenti gridarono più volte: «E degno di morte!».

 Gesù oltraggiato e percosso nella casa di Caifa

Non appena Caifa e i membri del consiglio lasciarono la sala del tribunale, la folla si accanì bestialmente contro Gesù, abbandonandosi a ogni eccesso di crudeltà. Solo due sgherri lo tenevano per le funi perché gli altri due erano usciti. Già durante il processo alcuni perfidi avevano strappato al Signore intere ciocche di capelli, e così pure la barba. (...)

Vidi Gesù coperto di oltraggi, sputi e percosse di ogni sorta, schiaffi, pugni e bastonate. Gli sgherri, dopo averlo ferito con bastoni acuminati, sputandogli continuamente in faccia, gli vuotarono sulla santa testa un secchio di acqua sporca dicendogli: «Ti rendiamo la tua unzione regale, così ti purifichiamo!».

Poi gli strapparono con violenza la veste e gli misero sul capo una corona di paglia di frumento a guisa di mitra vescovile, quindi lo rivestirono di un lurido manto che gli scendeva fino alle ginocchia. Non contenti ancora, i torturatori appesero al collo di Gesù una catena di ferro che terminava con due pesanti anelli, le cui punte gli ferivano le ginocchia quando si muoveva.

Senza mai cessare di percuoterlo con i pugni e i pesanti bastoni nodosi, gli bendarono gli occhi con uno straccio sudicio e lo percossero, dicendogli: «Gran profeta, indovina: chi ti ha percosso?».

Vidi Gesù pregare per i suoi perversi torturatori.

Gesù in carcere

Vidi Gesù in una piccolissima cella dal soffitto a volta; uno spiraglio di luce penetrava da una fessura in alto. La prigione era sotterranea al tribunale di Caifa.

Al Signore non gli era stata restituita la veste, era ricoperto solo da una fascia sul basso ventre e sulle spalle portava uno straccio rosso pieno di sputi. Non appena fu in carcerato, Gesù offrì i suoi patimenti al Padre celeste per espiare i peccati del mondo e dei suoi carnefici.

Quando gli aguzzini si davano il cambio, i nuovi arrivati, freschi e riposati, si accanivano con maggior foga contro di lui. Intanto il Redentore continuava a pregare incessantemente, volgendo il suo sguardo luminoso in alto, verso il sole nascente che annunziava la sua passione.

Gesù condotto da Pilato

«Condussero allora Gesù dalla casa di Caifa al pretorio» (Giovanni 18,28).

Vidi Gesù trascinato con le funi: il suo viso era gonfio e contuso. Egli appariva sfigurato dalle percosse e dagli oltraggi della notte, indossava soltanto la tunica inconsutile, insudiciata di sputi e macchiata di sangue. La plebaglia affluiva da ogni parte e seguiva il corteo lanciando grida e invettive contro il Galileo. Nel vederlo in quelle condizioni, sanguinante e pieno di lividi, molti amici esclusero Gesù dal loro cuore, la loro fede si affievolì e si ritirarono scoraggiati, mentre i più superficiali si unirono alla marmaglia. Essi non riuscivano a persuadersi che il Signore, così barcollante e malandato, potesse essere il Re, il Profeta, il promesso Messia e il Figlio di Dio.

I farisei dicevano a quelli che osservavano dubbiosi: «Vedete il vostro re? Riveritelo!».

Dopo una breve visita notturna al tribunale di Caifa, la Madonna era rimasta nel cenacolo immersa nel suo muto dolore, in costante unione spirituale con Gesù. Quando il Signore fu fatto uscire dalla prigione per essere condotto nuovamente davanti ai giudici, ella si alzò per andare a vedere personalmente il suo Figlio diletto. La Vergine mise il velo e il manto, mentre diceva a Maria Maddalena e a Giovanni: «Seguiamo mio Figlio fino al palazzo di Pilato, lo voglio rivedere!».

I tre uscirono e percorsero un sentiero obliquo, quindi aspettarono il corteo in un luogo dove sapevano che sarebbe passato.

Vidi la santa Madre nascosta dietro l'angolo di un edificio, e con lei c'erano Giovanni e Maria Maddalena. Essi attendevano il passaggio dell'infame corteo. Maria santissima aveva impresse nel cuore le sofferenze del Figlio divino, tuttavia anche i suoi occhi interiori non potevano immaginare come la cattiveria degli uomini lo avesse sfigurato.

Vidi la miserabile processione sfiorare la Madre: prima i diabolici principi dei sacerdoti, poi gli accusatori, gli scribi e i farisei, infine Gesù, seguito dalla plebaglia agitata che gli urlava contro ingiurie e maledizioni.

Alla vista del suo diletto Figlio, così orribilmente sfigurato, ella esclamò tra le lacrime: «Questo è mio Figlio! Come hanno ridotto il mio Gesù!».

Il Signore la guardò commosso e la Vergine santa si sentì mancare; Giovanni e Maria Maddalena la condussero subito via.

Area privata