dal libro

Lo hanno detronizzato.

Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.

brani scelti

 

 

 

 

Prima Parte - Il Liberalismo. Principi ed applicazioni.

Capitolo VII - Gesù Cristo Re delle Repubbliche?

 

 Ho ancora molto da dirvi sul liberalismo. Ma vorrei che comprendeste bene che non sono opinioni personali quelle che io vi propongo. Per questo motivo io mi preoccupo di mettervi a parte dei documenti dei Papi e non di sentimenti personali, che potrebbero facilmente essere attribuiti ad un’originaria formazione ricevuta al Seminario francese di Roma.

 Padre Le Floch, che all’epoca ne era il superiore, godeva infatti di una fama segnatamente tradizionalista. Dunque di me si potrebbe dire: «È stato influenzato da quel che gli hanno detto nel suo seminario!». Ebbene, io non nego questa influenza; anzi, ringrazio tutti i giorni il buon Dio di avermi dato come superiore e come maestro padre Le Floch. All’epoca lo si accusò di fare politica; e Dio sa se non è tutt’altro che un crimine fare la politica di Gesù Cristo e suscitare uomini politici che utilizzano tutti i mezzi legittimi, persino legali, per cacciare dalla città i nemici di Nostro Signore Gesù Cristo (49)! Ma di fatto padre Le Floch non si è mai immischiato di politica, neanche nel pieno del complotto montato contro l’Action Française (50) e della crisi che ne seguì quando io ero seminarista.

 Invece, ciò di cui padre Le Floch ci ha parlato continuamente, è stato il pericolo del modernismo, del sillonismo, del liberalismo. E fu basandosi sulle Encicliche dei papi che padre Le Floch riuscì ad ancorare in noi una convinzione ferma, solidamente puntellata, fondata nella dottrina immutabile della Chiesa, circa il pericolo di questi errori.

 È questa stessa convinzione che io desidero comunicarvi, come una fiaccola che si trasmette alla posterità, come una luce che vi preserverà da questi errori imperanti, più che mai, in ipsis Ecclesiae venis et visceribus, nelle stesse vene e viscere della Chiesa, come diceva san Pio X.

 Di conseguenza voi comprendete che il mio pensiero politico personale sul regime che meglio convenga alla Francia, per esempio, ha poca importanza.

 Del resto i fatti parlano da soli: quel che la monarchia francese non era riuscita a fare, lo ha realizzato la democrazia: cinque sanguinose rivoluzioni (1789, 1830, 1848, 1870, 1945), quattro invasioni straniere (1815, 1870, 1914, 1940), due spoliazioni della Chiesa, espulsioni degli ordini religiosi, soppressioni delle scuole cattoliche, e laicizzazioni delle istituzioni (1789 e 1901), ecc…

 Tuttavia, diranno alcuni, Papa Leone XIII chiese «l’adesione» dei cattolici francesi al regime repubblicano (51) (cosa che, fra parentesi, provocò una catastrofe politica e religiosa).  Del resto altri criticano questo atto di Leone XIII definendolo, come il suo autore, liberale.

 Io non credo che Leone XIII fosse un liberale e ancor meno un democratico. No: egli semplicemente credette di suscitare una buona combinazione politica per il bene della religione in Francia; ma è chiaro che egli dimenticava l’origine e la costituzione irrimediabilmente liberali, massoniche e anticattoliche della democrazia francese.

 L'ideologia democratica

 Nata dal postulato liberale dell’individuo-re, l’ideologia democratica si costruisce poi in maniera logica: gli individui giungono allo stato sociale grazie ad un patto convenzionale: il contratto sociale che è, dice Rousseau, una «alienazione totale di ogni associato, con tutti i suoi diritti, in tutta la comunità». Da qui derivano:

 - la necessaria sovranità popolare: il popolo è necessariamente sovrano, trae da se stesso il suo potere, e lo mantiene anche dopo aver eletto i suoi governanti.

 - l’illegittimità di ogni regime che non abbia alla sua base la sovranità popolare o nel quale i governanti affermino di ricevere il loro potere da Dio.

 Da qui per conseguenza, in pratica:

 - la lotta per lo stabilimento universale della democrazia;

 - la «crociata delle democrazie» contro ogni regime che faccia riferimento all’autorità divina, definita allora regime «sacrale», «assolutista». A tal riguardo, il trattato di Versailles del 1919, che sopprimeva le ultime monarchie veramente cristiane, fu una vittoria liberale, e precisamente massonica (52).

 - il regno politico delle maggioranze, che si presume esprimano la sacrosanta ed infallibile volontà generale.

 All’occasione mi piace ripetere, dinanzi a questo democratismo che pervade oggi la Chiesa tramite la collegialità, che la maggioranza non fa la verità: e fuori dalla verità e dalla vera giustizia verso Dio e il prossimo, cosa si può costruire di solido?

 Condanna dell’ideologia democratica da parte dei Papi

 I Papi non hanno cessato di condannare questa ideologia democratica. Leone XII l’ha fatto ex professo nella sua Enciclica Diuturnum della quale vi ho già parlato;

 «Che anzi, moltissimi dei tempi nostri, camminando sulle orme di coloro che nel secolo passato si dettero il nome di filosofi, dicono che ogni potere viene dal popolo, per cui coloro che esercitano questo potere, non lo esercitano come proprio, ma come dato a loro dal popolo, e altresì colla condizione che dalla volontà dello stesso popolo, da cui il potere fu dato, possa venir revocato.

 «Da costoro però dissentono i cattolici, per i quali il diritto di comandare deriva da Dio, come dal suo naturale e necessario principio.

 «Importa però notare qui che coloro i quali siano per esser preposti alla pubblica cosa, possano in talune circostanze venir eletti per volontà e deliberazione della moltitudine, senza che a ciò sia contraria o ripugni la dottrina cattolica. Colla quale scelta tuttavia si designa il Principe, ma non si conferiscono i diritti del principato: non si dà l’imperio, ma si stabilisce da chi deve essere amministrato» (53).

 Dunque, ogni autorità viene da Dio, anche in democrazia!

 Ogni autorità viene da Dio. Questa verità è una verità rivelata e Leone XIII si sforza di stabilirla solidamente tramite la Sacra Scrittura, la tradizione dei Padri e infine attraverso la ragione: un’autorità che emani soltanto dal popolo non avrebbe la forza di obbligare in coscienza pena il peccato (54):

 «Nessuno degli uomini ha in sé o da sé di che potere con sì fatti vincoli di comando legare la libera volontà degli altri. Unicamente a Dio, creatore di tutte le cose e legislatore appartiene questa potestà: e quelli che la esercitano è necessario la esercitino come loro comunicata da Dio» (55).

 Infine Leone XIII si dedica a mostrare la falsità del contratto sociale di Rousseau, che è la base dell’ideologia democratica contemporanea.

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49) Non è perché i Vescovi sinistrorsi fanno politica socialista o comunista che la Chiesa dovrebbe astenersi dal fare politica! La Chiesa ha un potere, senza dubbio indiretto, ma reale sull’ambito temporale e sulla vita della città. Il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo è una preoccupazione essenziale della Chiesa.

50) Quotidiano e movimento politico diretto da Charles Maurras, l’Action Française lottava, su sane basi naturali, contro il democratismo liberale. La si accusò a torto di liberalismo. Papa Pio XI, ingannato, condannò l’Action Française. Il suo successore, Pio XII, dovette rimuovere questa sanzione. Ma il male era fatto: il 1926 segna in Francia una tappa decisiva nella «occupazione» della Chiesa da parte della frazione liberale, detta «cattolico-liberale».

51) Cfr. Enciclica Au milieu des sollicitudes, del 16 febbraio 1892, ai vescovi e ai fedeli di Francia.

52) Cfr. H. Le Caron, Le plan de domination mondiale de la contre-église, p. 22.

53) PIN, 93-94.

54) Essa potrebbe sì costringere con la minaccia di pene, ma non è così, dirà Giovanni XXIII in Pacem in Terris, che si suscita la ricerca del bene comune da parte di ciascuno! L’autorità è innanzi tutto una forza morale.

55) Diuturnum, PIN 96.

 

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