In occasione del trasferimento di don Fausto Buzzi dal Priorato di Albano Laziale a quello di Montalenghe, noi fedeli della Cappella dell’Immacolata a Napoli abbiamo organizzato una festa in suo onore. Il nostro cappellano non era al corrente di ciò, mentre il tutto è stato organizzato, di nascosto, nei minimi dettagli.

 

I festeggiamenti si sono svolti in una sala parrocchiale messaci a disposizione da un gentilissimo parroco dello stesso quartiere della Cappella, quindi, subito dopo la S.Messa, deludendo don Fausto che, ignaro, aveva intenzione di procedere con i saluti, ci siamo subito dileguati e ci siamo diretti verso la sala parrocchiale, mentre don Fausto è stato portato lì con l’inganno. La sua sorpresa nel vederci tutti lì è stata sicuramente grande, quindi, subito dopo un breve discorso tenuto da uno dei più anziani (non per età!) frequentatori napoletani della Fraternità, abbiamo dato il via al pranzo, ricco di leccornie preparate dalle signore.

A seguito dell’abbondante (e tipico partenopeo) pranzo, alcuni dei ragazzi hanno presentato una breve scenetta comica, dopo la quale altri due fedeli della Cappella (uno della prima ora, l’altro più recente) hanno tenuto due brevi discorsi, uno dei quali si è concluso con la citazione di una frase di un film: “Quando un settentrionale viene al sud piange due volte: quando arriva e quando riparte”.

In ultimo, le bambine più piccole (7 e 8 anni), in rappresentanza della Cappella tutta, hanno portato in dono al nostro Cappellano una splendida Icona Bizantina della Vergine Odigitria, realizzata secondo la tecnica tradizionale, in oro e con parti a rilievo e punzonate (ringraziamo, a tal proposito, la signora Adele Barbato per la sua splendida realizzazione). Il dono è stato accompagnato da un biglietto di ringraziamento (“Lo sguardo materno della Beata Vergine Maria che Lei tanto ci ha insegnato ad invocare e ad amare, La assista e La guidi sempre nel nuovo apostolato nelle insubri terre natie”) e da una cartolina di Napoli firmata da tutti noi.

La torta (con le candeline che ricordavano il compleanno di don Fausto, festeggiato qualche giorno prima) ha concluso la giornata, sicuramente molto allegra ma anche un po’ malinconica, essendo, dopotutto, una festa di arrivederci al nostro “quasi parroco”, che ha permesso ai fedeli di Napoli di crescere qualitativamente e quantitativamente (al punto che ormai ci troveremo costretti a comprare altre sedie, pur non sapendo dove metterle, poichè della cappella ormai è occupato ogni suo singolo centimetro quadrato).

Ricordiamo che don Fausto è a Napoli ormai dal 1998 e, prima ancora, era stato a Napoli vari anni fino al 1992, ha amministrato prime Comunioni, Battesimi, e purtroppo anche varie estreme unzioni e un funerale, ha insegnato a giovani e meno giovani il Catechismo, anche in funzione della Cresime. E’ stato conteso tra tutti noi per averlo a pranzo o a cena il sabato e la domenica, ha girato per le case e per le famiglie, ha portato la sua simpatia (seppur milanese) là dove si recava, ha tifato con noi per il Napoli (forse non dovevamo dirlo?), ha visitato la città in lungo e in largo e ha imparato ad amarla. In ultimo, non dimentichiamolo, ha aiutato lo sbocciare di una vocazione sacerdotale, che ha portato, a tutti noi, la soddisfazione di vedere il primo Sacerdote napoletano, nato, cresciuto e maturato spiritualmente nella piccola Cappella dell’Immacolata.

Con una grande tristezza, che abbiamo ben mascherato il giorno della festa, quindi, ci troviamo costretti a salutare don Fausto, augurandogli, come recitava il biglietto, un nuovo fecondo apostolato nelle regioni affidategli, certi che, con l’aiuto della Beata Vergine Maria, porterà avanti questa missione con lo stesso zelo e la stessa forza manifestata in circa venti anni “vissuti” al Meridione.

                                                                                                  I fedeli della Cappella di Napoli

 

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