Le coppie di fatto – eterosessuali ed omosessuali – che ne faranno richiesta, potranno d’ora in poi ottenere a Torino un attestato che riconoscerà loro lo status di «famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo». La delibera approvata lunedì 28 giugno dalla giunta Chiamparino ha così recepito una campagna promossa del partito Radicale e del movimento omosessualista grazie ad una raccolta di firme volta a riconoscere alle coppie di fatto diritti e benefici inerenti i servizi sociali del comune.

Come sottolineato da “Avvenire” del 1 luglio 2010, il provvedimento – oltre a rappresentare un chiaro attacco alla famiglia naturale – presenta inoltre delle gravi lacune, se non addirittura dei macroscopici errori. Il quotidiano dei vescovi si chiede infatti come sia possibile verificare le assurde condizioni poste dal Comune per il rilascio del certificato, tra le quali compare la richiesta di garantire e dimostrare all’impiegato dell’anagrafe la “stabilità e durata” del legame tra i due partner.

Fermarsi ad analizzare i singolari aspetti burocratici del provvedimento potrebbe però far perdere di vista il vero significato simbolico del gesto della giunta Chiamparino che non è altro, infatti, che un primo passo verso richieste e rivendicazioni sempre più audaci da parte del movimento omosessualista. Questo d’altronde desidera – non ne ha mai fatto mistero – esclusivamente il riconoscimento del matrimonio omosessuale e la conseguente possibilità di adottare bambini da parte delle coppie gay. Non a caso, tra i vari commenti al provvedimento il più significativo è stato quello del Comitato per le Unioni Civili, che lo ha definito come un «primo passo nella direzione giusta».

Corrispondenza Romana n.1150 del 10/7/2010

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