mons. Lefebvre mentre predicaItinerario Spirituale.

Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.

brani scelti

 

Capitolo IV - Gli angeli

L’esistenza degli angeli, la loro perfezione, la loro attività, la caduta degli angeli cattivi, l’influenza degli angeli su di noi e nel mondo, tutto questo ci è rivelato dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione e rientra nell’oggetto della nostra fede.

Com’è grande il danno causato alle nostre anime dalla dimenticanza del mondo spirituale degli angeli, più numerosi e più perfetti degli uomini! L’influenza degli angeli buoni o cattivi sulle nostre anime è molto più rilevante di quel che pensiamo. Il solo fatto che abbiamo un angelo custode che veglia su di noi, pur contemplando il volto di Dio, dovrebbe incoraggiarci a conversare con lui, a fare appello al suo soccorso perché ci aiuti a conquistare la vita eterna e a condividere la sua felicità.

Noi siamo tentati a credere più all’influenza degli angeli cattivi che a quella dei buoni. Sforziamoci perciò di penetrare il mondo meraviglioso di tutti questi spiriti pieni della luce e della carità dello Spirito Santo, infiammati d’amore per Dio e per il prossimo.

Gli spiriti angelici hanno un’intelligenza e una volontà molto più perfette delle nostre. Per questo la loro accettazione o il loro rifiuto a partecipare alla gloria di Dio fu definitivo. L’orgoglio di coloro che credettero di raggiungere questa gloria da se stessi li precipitò nell’Inferno per sempre.

Che lezione sulla gravità del peccato! Come i peccatori che vivono nel peccato dovrebbero tremare di paura e prendere la risoluzione di allontanarsene con la Grazia e il Sangue di Nostro Signore, cosa questa possibile finché siamo viandanti quaggiù, ma che non lo sarà più dopo la morte!

Amiamo vivere in compagnia dei santi angeli. Tutti i giorni, nel Prefazio della Santa Messa, la Chiesa ci invita a imitare i santi angeli cantando la gloria di Dio: «Sanctus, Sanctus, Sanctus...», cantando il «Gloria in excelsis Deo». Gli uffici liturgici degli Arcangeli San Michele, San Raffaele, San Gabriele sono meravigliosi e tutti celestiali. Che belle lezioni ci danno con il loro esempio e le loro parole! Niente è così celestiale come l’Ufficio dei morti, che ci affida agli angeli: «Subvenite, angeli Dei», «In paradisum deducant te angeli», ecc... Come è incoraggiante la fede della Chiesa nei santi angeli! Conserviamola preziosamente e trasmettiamola ai fedeli.

La caduta di una parte degli angeli è troppo importante come fatto in sé e nelle sue conseguenze, per non soffermarci su di essa, dal momento che tutti gli uomini subiscono le terribili conseguenze del peccato degli angeli, così che ogni anima per la sua salvezza è toccata da questo avvenimento.

Il peccato originale, con tutte le sue disastrose conseguenze, e l’azione malefica dei demoni presso tutti gli esseri umani, sono l’effetto di quell’abominevole peccato degli angeli. In che cosa, dunque, è consistito il peccato degli angeli?

Dio vuole, giustamente, che le creature spirituali intelligenti e libere meritino la felicità eterna e manifestino spontaneamente il loro amore per Dio, orientandosi da se stesse, sotto l’influenza della grazia, verso la felicità alla quale Dio le destina. Gli angeli, molto più perfetti degli uomini, con una intelligenza perfetta, aiutata dalla grazia santificante della quale erano dotati al momento della loro creazione, hanno penetrato la felicità della visione beatifica alla quale Dio li invitava. Una scelta moralmente obbligatoria, ma libera, era dunque proposta loro. La proposta di questa scelta, essendo per ogni angelo la più chiara e luminosa possibile, avrebbe dovuto ricevere una risposta di adesione istantanea e definitiva, tutti avrebbero dovuto rispondere: «Quis ut Deus?», «Chi è come Dio?».

Perché noi possiamo non amarlo e non aderire a questa proposta che è la manifestazione dell’amore infinito di Dio per le sue creature spirituali? Ahimè! l’orgoglio e la compiacenza di se stessi spinse un certo numero di angeli ad una scelta negativa: «Quel che siamo ci basta, noi vi troviamo la nostra gloria». Il risultato fu immediato: persero la grazia santificante e furono precipitati nelle tenebre e nel fuoco dell’odio dell’Inferno, per sempre, dal momento che essi restano sempre nella loro cattiva scelta.

La proposta della felicità suprema fu fatta per il tramite di Nostro Signore Gesù Cristo, con l’accettazione al mistero dell’Incarnazione? È verosimile. Infatti come concepire che Nostro Signore sia il Re degli Angeli senza che essi abbiano acconsentito al suo regno? Così si comprendono meglio tutti i passi della Scrittura: «Rex cœli et terræ», «Rex universorum», «Data est mihi omnis potestas in cœlo et in terra», "Omnium creaturarum dominatum obtinet essentia sua et natura» (Festa di Cristo Re). La Lettera di San Paolo ai Colossesi (Col. 1,3-23) è esplicita circa il regno di Nostro Signore sugli angeli. Così si spiega anche l’odio dei demoni contro Nostro Signore.

La realtà dell’esistenza di miriadi di spiriti angelici ed anche - ahimè! - di miriadi di demoni, la loro influenza su di noi, voluta dalla Provvidenza di Dio per gli angeli buoni e permessa per gli angeli cattivi, non può lasciarci indifferenti e deve avere la sua importanza nei nostri giudizi a proposito della vita spirituale ed anche a propo­sito degli avvenimenti della vita quotidiana. Pensare ai santi angeli dovrebbe esserci abituale e dovrebbe prepararci alla realtà celeste, così come dobbiamo fare di tutto per evitare la cattiva influenza dei demoni.

Il nostro atteggiamento di fronte ai demoni, sia nella nostra vita interiore personale sia nella nostra attività pastorale, deve essere conforme al pensiero e alla Tradizione della Chiesa. A questo proposito, ci piaccia rileggere le prescrizioni del Rituale che ci danno preziosi e saggi consigli.

L’accresciuta influenza dei demoni in questi tempi di disordine e l’abbandono della pratica degli esorcismi da parte del clero progressista, provocano un afflusso di richieste di aiuto presso i sacerdoti della Tradizione. Il nostro atteggiamento in questo campo sarà improntato a grande prudenza e saggezza: eliminare anzitutto i casi che sono di competenza della medicina, esigere la pratica religiosa tradizionale (specialmente l’assistenza frequente al santo sacrificio della Messa), il sacramento della penitenza, la recita del Rosario, la preghiera a San Michele Arcangelo, poi il piccolo esorcismo di San Michele e infine, raramente, il grande esorcismo.

Durante questi esorcismi non fare mai domande indiscrete né entrare mai in conversazione con i demoni, ma comandare loro imperativamente, secondo le pre­ghiere del grande esorcismo. I demoni sono intelligentissimi e furbi, eccitano la curiosità per arrivare lentamente, ma sicuramente, ad ammaliare il sacerdote esorcista e finiscono col fargli compiere la loro volontà imponendogli degli atti generalmente buoni, per arrivare poi a delle azioni cattive quando abbiano il dominio della sua volontà. Bisogna dunque rifiutare ogni dialogo; è così che Satana ha sedotto Eva la quale ha accettato il dialogo.

Sappiamo limitare questa pratica, che essa non diventi invadente: è anche questo uno degli obiettivi dei demoni per impedirci di compiere il nostro apostolato. Questa pratica deve concorrere alla nostra santificazione e non turbarci e trascinarci al peccato.