mons. Lefebvre DVDItinerario Spirituale.

Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.

brani scelti

 

Capitolo II - Le Perfezioni di Dio -

È bene ricordarci, durante tutta la contemplazione di Dio, che noi dobbiamo applicare tutto ciò che è detto di Dio a nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio. Non si possono separare Gesù Cristo e Dio. Non si può separare la religione cristiana da Gesù Cristo (che è Dio) e si deve constatare e credere che solo la cattolica è la religione cristiana.

Queste affermazioni hanno come conseguenze delle conclusioni ineluttabili e che nessuna autorità ecclesiastica può contestare: fuori di Gesù Cristo e della religione cattolica, fuori della Chiesa, non c’è salvezza, non c’è vita eterna; chiunque si salva, arriva alla vita eterna per la sua adesione al Corpo mistico di Nostro Signore. Altra conseguenza: tutte le società che Nostro Signore ha creato debbono necessariamente concorrere, secondo la loro finalità, a far divenire o a conservare cattoliche le anime, per procurare loro la salvezza eterna, che è il fine di tutta la Creazione, dell’Incarnazione e della Redenzione.

Queste conclusioni sono imperiture e i immutabili. Esse sono l'espressione di tutta la Rivelazione e sono stati i princìpi direttivi di tutta la Chiesa fino al Concilio Vaticano II.

(L'instaurazione di questa «Chiesa conciliare» imbevuta dei princìpi del 1789, dei principi massonici nei riguardi della religione e delle religioni, nei riguardi della società civile, è un'impostura ispirata dall’Inferno per la distruzione della religione cattolica, del suo magistero, del suo sacerdozio e del sacrificio di Nostro Signore.

Questa nuova Chiesa logicamente non poteva più cantare le lodi di Gesù Cristo, Re universale delle nazioni, né avere i pensieri di Nostro Signore nei riguardi del mondo; perciò tutto lo spirito della Liturgia è stato modificato, con il cambiamento di una moltitudine di particolari, nei testi e nei gesti. La contemplazione del Verbo Incarnato, così com’è cantato in tutte le feste liturgiche, è ormai resa impossibile per la nuova Chiesa. Noi dobbiamo ad ogni costo restare fedeli allo spirito della Chiesa Cattolica, se vogliamo dedicarci alla contemplazione dei misteri divini, del mistero del Verbo Incarnato, del mistero della Santissima Trinità).

Le perfezioni divine si distinguono dalle operazioni divine, benché niente sia separato in Dio. È la debolezza del nostro spirito che ci costringe a studiare Dio alla maniera umana.

Dio è la Verità, la Bontà, la Beltà. Questi attributi sono quelli dell’Essere che è Dio. Possedendo tutto l’essere in Se stesso, Dio possiede di conseguenza la verità, la bontà, la beltà nella loro perfezione assoluta. Più gli esseri partecipano dell’Essere divino e più partecipano della sua Verità, della sua Bontà, della sua Beltà.

La nostra conoscenza di Dio è molto imperfetta quaggiù e lo sarà anche in Cielo, poiché bisognerebbe essere Dio per conoscerLo in tutta la sua perfezione e nel suo essere ed è questo il caso delle tre Persone divine.

Un approccio ad una migliore conoscenza di Dio consiste nel negare in Lui tutti i limiti delle creature, che ci servono d’altro canto a provare l’esistenza di Dio; così, di conseguenza, in Dio neghiamo ogni imperfezione: Dio è perfetto; neghiamo ogni limite: Egli è infinito; neghiamo ogni limite spaziale: Egli è dappertutto, onnipresente; neghiamo ogni limite temporale: Egli è eterno; neghiamo ogni mutamento: Egli è immutabile.

Bisognerebbe citare qui, a questo proposito, numerosi testi della Sacra Scrittura. Si può dire che tutto l’Antico Testamento è un inno alla perfezione infinita di Dio; si è meravigliati dello spirito di adorazione della grandezza, dell’onnipotenza di Dio, della sua Provvidenza nella storia dell’umanità e specialmente nella storia d’Israele in preparazione al Messia. Poi, il Nuovo Testamento sarà la manifestazione, l’epifania della Santissima Trinità, della sua Carità infinita, della sua insondabile misericordia per i peccatori che noi siamo.

Con quale profonda convinzione dovremmo recitare tutte le preghiere liturgiche che ci ricordano incessantemente queste perfezioni divine! Allora l’umiltà, il silenzio e tutto ciò che ci allontana dal mondo ci diventeranno naturali per amare di vivere in Dio, nella Santissima Trinità, in Gesù Cristo e per Gesù Cristo, in questo oceano di bontà, di misericordia, di onnipotenza. Allora Gesù Cristo prenderà sempre più in noi il vero posto che Gli è dovuto come Dio incarnato e la sua Eucaristia, sacrificio e sacramento, diventerà il centro della nostra vita e dei nostri pensieri, attraverso il quale penetreremo nell’immensa realtà della Santissima Trinità.