Cova da Iria (Portogallo). Il giorno del "segno" miracoloso promesso dalla Signora è giunto.

[...] Quale vista si presentò quando alla fine [i tra bambini] arrivarono vicino alla scena delle Apparizioni! Non meno di 70.000 uomini, donne, bambini, gente di tutte le età e condizioni,stavano la sotto la pioggia, pazientemente in attesa di loro: era una massa oscura, sotto un numero infinito di ombrelle e coperte inzuppate: ed era così stipata tra la strada ed il leccio, che i fanciulli riuscirono a passare solo per l’aiuto di un autista, che prese Jacinta e se la pose sulle spalle, gridando: «Fate strada a bambini che hanno veduto la Madonna!».


   Ti Marto lo seguiva con Lucia e Francisco. Quando raggiunsero il posto delle apparizioni, egli fu sorpreso di trovarvi già sua moglie. Egli l’aveva dimenticata nella sua preoccupazione per Jacinta. «La mia Olimpia era venuta per un’altra via e non saprei dire quale», confessa egli.
    In ogni modo essa si trovava là presso il tronco del leccio, che Maria Carreira aveva avuto la cura di decorare, ponendovi la tavola per le elemosine sotto ghirlande di fiori. La folla si spingeva e ingrossava sempre più: abbassava le ombrelle, si riuniva assieme come per scaldarsi, scandagliava il plumbeo cielo di est. Voci sonore ripetevano il Rosario in diverse cadenze ritmiche. Un prete, che era rimasto a pregare tutta la notte sotto la pioggia e nel fango, stava leggendosi il breviario ed ogni tratto guardava l’orologio. Improvvisamente si volta verso i fanciulli e chiede a che ora sarebbe arrivata la Madonna.
   «A mezzogiorno», risponde Lucia.
   Egli da un’altra occhiata al suo orologio e dice in tono di rimprovero:
«È già mezzogiorno. La Madonna non è bugiarda. Vedremo».
Quasi tutta la gente ora rispondeva al Rosario:
«Ave Maria, cheia de graça, o Senhor è convosco… Santa Maria, Màe de Deus, rogai por nos icadores…».


«Abbassino le ombrelle!» gridò Lucia. Il perché non seppe mai dirlo. Uno dopo l’altro obbedirono benché la pioggia cadesse ancora. «Abbassare le ombrelle» dissero uno dopo l’altro. Tutti sopportarono pazientemente la pioggia.
    Passarono ancora alcuni minuti. Il prete guardò di nuovo il suo orologio. «Mezzogiorno è passato», diss’egli in melanconica conclusione. «La si finisca una buona volta! Che è tutta un’illusione!». Cominciò a spingere i fanciulli con le proprie mani, se dobbiamo credere alla memoria di Maria Carreira. Ma Lucia, quasi piangendo, si rifiutò di muoversi, dicendo:
«Chi vuol andarsene, può andare, ma io non vado, la Madonna mi ha detto di venire. Noi l’abbiamo veduta altre volte e la vedremo di nuovo ora».
    Mormorii di disappunto e lamenti cominciarono ad udirsi delle persone lì attorno. Ma ecco che improvvisamente Lucia guarda ad oriente e grida: «Jacinta inginocchiati, perché vedo la Madonna là, vedo il chiarore!».
«Guarda bene, figlia!» era la voce squillante di Maria Rosa. «Non lasciarti ingannare!».
    Lucia non udì il monito. Quelli vicino a lei notarono che la sua faccia si era fatta rosea, di una bellezza trasparente. Essa ora fissava con trasporto la Signora, che stava in un chiarore di luce bianca, sui fiori che Maria Carreira aveva posto a decorare il tronco del leccio.
«Che vuole la Signora da me?».
    Lucia era in ginocchio cogli altri. La pioggia fine le cadeva sulla faccia rivolta all’insù.
    «Voglio dirti di far loro costruire qui una cappella in mio onore. Io sono la Madonna del Rosario. Che continuino a dire il Rosario ogni giorno. La guerra finirà, ed i soldati torneranno presto alle loro case».
   «Io ho tante cose da chiedervi», disse Lucia. «La guarigione di qualche persona ammalata, la conversione di qualche peccatore…».
   «Alcuni sì, altri no. È necessario che emendino la loro vita, e domandino perdono dei loro peccati».
    La sua faccia si fece più seria mentre continuava: «Che non offendano più oltre nostro Signore Iddio, perché Egli è già troppo offeso».
    Con questo la Madonna del Rosario aprì come sempre le mani bianche e parve a Lucia che la luce che usciva da esse salisse fino al punto del sole, direttamente al di sopra, e quella luce era brillante di ogni raggio solare. Forse fu in questo istante, che la folla vide le nubi separarsi, come due cortine che si aprivano ai lati, ed il sole apparire tra queste nello sfondo blu limpido, come un disco di fuoco bianco. È certo, che molti udirono Lucia gridare: «Guardate al sole!» ma essa disse ciò nell’estasi, e non se ne ricorda affatto. Perché era teneramente assorta in qualche cosa che vedeva al posto del sole.


   Mentre la Madonna disparve in quella stessa luce che veniva dalle sue mani distese, ecco là su, allo Zenit tre quadri che simboleggiavano uno dopo l’altro i misteri del Rosario, Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi. Il primo era una chiara rappresentazione della Sacra Famiglia: ancora la Madonna stessa nel suo abito tradizionale di bianco con il manto azzurro e S. Giuseppe al suo fianco col Bambino Gesù sul braccio: S. Giuseppe in bianco, ed il Bambino in rosso vivo.
    Lucia fu udita dire: «S. Giuseppe ci sta benedicendo!». Tutti e tre i fanciulli videro la prima visione e videro il Santo fare tre volte il segno della croce sulla folla. Il santo Bambino faceva lo stesso.
    La visione che seguì, veduta dalla sola Lucia, era della Madonna Addolorata in quell’oscuro vestimento assegnatole dalla tradizione, la Madre Dolorosa del Venerdì Santo, ma senza la spada sul petto, ed a fianco di lei stava il suo divin Figlio in pena, come quando la incontrò sulla via del Calvario. Lucia vide solo la parte superiore della figura. Egli aveva uno sguardo di pietà sulla folla per la quale era morto, e con la mano faceva il segno della croce sopra di loro.
   La Madonna poi comparve in una terza visione di gloria: era la Madonna del Monte Carmelo, incoronata come regina del cielo e della terra, ed il Bambino suo Figlio, sulle sue ginocchia.
   La folla non vide nulla di tutto questo, o almeno non sussiste nessun solido argomento per confessare la pretesa di alcuni di aver visto la Signora. Quello che tutti videro tuttavia, fu qualche cosa di stupendo, mai prima udito, quasi apocalittico. Il sole era là nel limpido zenit come un grande disco d’argento, e sebbene splendesse come mai l’avevano veduto, essi lo potevano fissare direttamente senza dover ammiccare, e con una soddisfazione unica e piacevole. Questo durò un momento. Mentre lo fissavano, l’immenso globo cominciò a «danzare» - questa fu la parola, che tutti gli osservatori applicarono al momento. – Stava infatti roteando come una gigantesca ruota di fuoco. Dopo di aver girato per qualche tempo, si fermò. Poi roteò ancora a velocità vertiginosa, raccapricciante. Alla fine apparve, sulla sua circonferenza un bordo cremisi, il quale, nel vortice infernale, gettava attraverso il cielo correnti di fiamme rosso sangue che riflettevano sulla terra, sugli alberi, sui cespugli, sulle facce rivolte in su, sugli abiti, ogni sorta di colori successivamente: verde, rosso, arancio, blu, viola: l’intero spettro. Dopo avere per ben tre volte roteato pazzamente in questo modo la sfera inferocita parve tremare, scuotersi, e poi gettarsi precipitosamente con un tremendo zig zag sulla folla. Un grido di terrore scoppiò dalle labbra di migliaia di persone terrificate, mentre cadevano sulle proprie ginocchia, pensando che era giunta la fine del mondo. Alcuni dissero che la terra si era fatta più calda in quell’istante e che non sarebbero stati sorpresi, se ogni cosa intorno a loro fosse andata in fiamme e queste li avessero avviluppati e consumati.
   «Ai Jesus, noi moriamo qui tutti!».
    «Gesù, salvateci! Madonna, salvateci!».
    «Oh, mio Dio, io mi pento». Ed uno prese a dire ad alta voce l’atto di contrizione. Taluno, che era venuto per deridere, cadde con la faccia a terra, cominciò a singhiozzare e dire umili preghiere.
    Il marchese da Cruz esclamò: «O mio Dio, quanto grande è il Tuo potere!».
    Questo durò 10 minuti circa. Poi tutti videro il sole ricominciare a salire allo stesso modo a zig zag al posto di prima. Si fece tranquillo e poi splendente. Nessuno più lo poteva fissare. Era il sole di ogni giorno.

* * *


    La gente si guardava in volto, gli uni gli altri, pieni di gioia e di stupore. «Miracolo! Miracolo! I fanciulli avevano ragione. La Madonna ha fatto il miracolo! Benedetto sia Iddio! Benedetta sia la Madonna!». Le grida erano echeggiate per tutta la Cova da Iria. Alcuni ridevano, altri avevano lacrime di gioia. Molti facevano la scoperta che i loro abiti inzuppati erano inesplicabilmente divenuti perfettamente asciutti.
    Avelino de Almeida riportava l’avvenimento nel «O Seculo» del 17 ottobre come «uno spettacolo unico ed incredibile per chi non fosse stato testimonio della cosa…». Ecco l’immensa folla rivolgersi verso il sole, che si manifesta libero di nubi allo zenit. L’astro fa pensare ad una placca d’argento ed è possibile fissarlo senza pena degli occhi! Non brucia, non acceca. Potrebbe rassomigliare ad un’eclissi. Ma ecco erompere un grido colossale e noi sentiamo i più vicini osservatori gridare: Miracolo, miracolo! Meraviglia, meraviglia!
    «Davanti agli occhi attoniti della gente che piena di terrore, con il capo scoperto, guarda nell’azzurro del cielo – il suo atteggiamento ci riporta indietro ai tempi i biblici – il sole ha tremato, il sole ha fatto dei movimenti bruschi, non mai visti prima, e, fuori di tutte le leggi cosmiche, il sole ha “ballato” secondo la tipica espressione dei contadini…». Un vecchio signore, la cui statura e faccia gentile ed energica assieme ricorda quella di Paul Déroulède, si volge verso il sole e recita il Credo con alta enfatica voce dal principio alla fine. Chiedo il suo nome. È il Senhor Joao Maria Amado de Melo Ramalho da Cunha Vasconcelos. Lo vedo in seguito rivolgersi a quelli intorno a lui, che hanno tenuto il cappello in testa, e ordina energicamente di scoprirsi davanti ad una dimostrazione così straordinaria della esistenza di Dio. Scene consimili si ripetono in tutti i posti…  
    «Le persone si chiedono a vicenda se hanno veduto e che cosa hanno veduto. Il numero maggiore è di coloro che confessano di aver visto il tremito e la danza del sole. Altri, tuttavia, dichiararono di aver visto la faccia sorridente della stessa Vergine, giurano, che il sole girò intorno a se stesso come una ruota di fuoco di artificio, che cadde quasi fino al punto di bruciare la terra coi suoi raggi… Un altro dice, che lo ha veduto cambiar colore successivamente…
    «Sono quasi le tre pomeridiane. Il cielo è limpido ed il sole segue il suo corso con il suo abituale splendore, così che nessuno ardisce di fissarlo direttamente. Ed i pastorelli? Lucia, quella che parla alla Vergine, annuncia con gesto teatrale, da su le spalle di un uomo che la porta di gruppo in gruppo, che la guerra finisce e che i soldati vengono a casa. Tale notizia tuttavia non aumenta la gioia di quelli che la sentono. Il miracolo celestiale, quello sì, è tutto. Nondimeno c’è molta curiosità di vedere le due ragazzine con le loro ghirlande di rose; tal uno cerca di baciare la mano delle “santine”; ed una, Jacinta, è più presso a cadere svenuta, che a ballare. Ma quello che tutti aspettavano di vedere – il segno del Cielo – è bastato per soddisfarli, per radicarli nella loro fede bretone…».  
    «Il loro esodo avviene rapidamente e senza incidenti, senza un’ombra di disordine, senza alcun bisogno di intervento di polizia. I pellegrini, che partono prima con la fretta di porsi in cammino, son quelli che erano arrivati prima, con le scarpe sulla testa o legate ai loro bastoni. Essi se ne vanno con la gioia che trabocca loro dal cuore, per divulgare le buone notizie nei villaggi che non furono interamente spopolati per venir qua. Ed i preti? Alcuni sono comparsi sulla scena, associandosi piuttosto con gli spettatori curiosi, che in compagnia dei pellegrini avidi di favori celesti. Forse talvolta uno non riesce a nascondere quella soddisfazione, che così spesso si vede sul volto di chi ha trionfato… Rimane ai competenti il compito di pronunciarsi sulla danza macabra del sole, che oggi a Fatima ha fatto esplodere gli osanna dai petti dei fedeli e naturalmente ha impressionato – così mi assicurano testimoni degni di fede – anche i liberi pensatori ed altre persone incuranti in materia di religione e capitate in questa regione una volta già famosa».


    Per tutto il Portogallo la stampa anticlericale fu costretta a dare qualche resoconto. L’accordo era generale sui dati principali. Come il Dott. Domingos Pinto Coelho scrisse nel O Ordem: «Il sole a momenti era circondato da fiamme cremisi, in altri aveva un’aureola di giallo e rosso, in altri ancora sembrò roteare rapidissimo, e poi ancora sembrò che si distaccasse dal Cielo, per avvicinarsi alla terra e radiare un forte calore».
     Teorie di ipnotismo o suggestione collettiva furono escluse quando si seppe che persone attendibili, che non erano tra la folla, avevano veduto il miracolo a molti chilometri di distanza. Il poeta Alfonso Lopes Vieira lo vide dalla sua casa a S. Pedro de Moel, a quaranta chilometri da Fatima. Il padre Inacio Lourenço disse più tardi d’averlo veduto da Alburita, diciotto o diciannove chilometri distante, quando egli aveva nove anni di età. Egli ed altri suoi compagni di scuola udirono le grida della gente sulla strada. Ed essendo essi corsi fuori di scuola con la maestra, D. o signorina Delfina Pereira Lopes, videro con stupore il roteare e il cadere del sole. «Era come un globo di neve, che girava attorno a se stesso», scrisse egli. «E poi improvvisamente sembrò venir giù a zig zag, minacciando di cadere sulla terra. Spaventato corsi a nascondermi in mezzo alla gente. Piangevano tutti, aspettandosi da un momento all’altro la fine del mondo.
    «Vicino a noi c’era un incredulo senza religione, che per tutta la mattina aveva deriso gli sciocchi che avevano fatto tutto quel viaggio a Fatima per osservare una fanciulla. Lo guardai. Egli stava come paralizzato, fulminato, con gli occhi fissi al sole. Poi lo vidi tremare da capo a piedi e, alzando le mani al cielo, cadere in ginocchio, nel fango, a gridare: “Madonna, Madonna!”.
   «Nel frattempo la gente continuava a piangere e a gridare, chiedendo a Dio perdono per i loro peccati… Poi corremmo alle cappelle della città, che furono riempite in pochi minuti».
    «Durante quei lunghi minuti del fenomeno solare gli oggetti intorno a noi riflettevano tutti i colori dell’arcobaleno. E mentre ci guardavamo gli uni gli altri, uno sembrava blu, un altro giallo, un altro rosso… Tutti questi strani fenomeni crebbero il terrore della folla. Dopo circa dieci minuti il sole ritornò al suo posto nella stessa maniera in cui era disceso, ancora pallido e senza splendore…».
    Un gran numero di testimoni sono tuttora viventi nelle vicinanze. Io stesso ho parlato con molti di essi nell’estate scorsa, compresi Ti Marto e la sua Olimpia, Maria Carreira, due sorelle di Lucia, Maria degli Angeli e Gloria, e molti altri campagnoli i quali tutti mi raccontarono i fatti con evidente sincerità; e quando accennavano al cadere del sole c’era sempre una traccia di terrore nella loro voce
    Il rev. Padre Manuel Pereira da Silva mi diede gli stessi dettagli quanto alla sostanza dei fatti. «Quando vidi cadere il sole a zig zag», disse, «io caddi in ginocchio. Pensavo che fosse arrivata la fine del mondo».

Tratto da W.T. Walsh, Madonna di Fatima