Pochi giorni fa, a Washington D.C., è accaduto un fatto grave e clamoroso. Un abominio consumato, stavolta, non in 'casa cattolica' ma che, ugualmente, costituisce motivo di turbamento e spinge ad interrogarsi sul futuro della Chiesa. Luogo del misfatto è stata, infatti, la Washington National Cathedral che, la cosiddetta Chiesa Episcopaliana, branca yankee della Comunione Anglicana, ha realizzato nel corso del novecento, in superbo e grandioso stile neo gotico inglese, per celebrarvi, va ricordato, un falso culto, officiato da finti preti di una confessione eretica nata da uno scisma.

Orbene, come tutte le denominazioni protestanti, anche l'Anglican Communion, a furia di rincorrere lo spirito del tempo, anzi, di cogliere i 'segni dei tempi', ha ormai perduto, presso i suoi fedeli, ogni credibilità al punto che, non solo non attira e non converte, ma vive una continua ed ormai terminale emorragia di fedeli. Così accade che, a Washington, come a Londra, dove ormai solo il 2% dei superstiti partecipa ai vari 'service' (culti), queste enormi cattedrali sono quasi sempre vuote. Che han pensato, allora, i solerti "pastori" della capitale USA? Pastori che, ovviamente, sono ecumenici, dialoganti ed aperti alle 'novità dello spirito' fino al parossismo: "I nostri correligionari non vengono più? Invitiamo, allora, a far le preghiere del venerdì, i nostri "fratelli musulmani!". A questi ultimi, com'era prevedibile, non è parso vero e così, a metà novembre, sono accorsi a centinaia per la tradizionale preghiera di  fine settimana.

Accolti dal saluto di una delle pastore del tempio, reso inaccessibile per superiori ragioni di sicurezza a turisti e fedeli, hanno sistemato 'a moschea' la navata che era stata graziosamente liberata in precedenza da ogni orpello che ricordasse, ai 'veri credenti', la fede degli 'infedeli' e si son messi ginocchioni per terra sui loro bei tappetini. Quando l'Imam ha fatto per avvicinarsi al leggio per predicare, è accaduto, però, l'impensabile: una fedele episcopaliana che era riuscita ad intrufolarsi ugualmente in ”casa sua”, s'è messa a gridare tutto il suo sdegno per una tale 'profanazione' ed è stata subito allontanata a forza da un corpulento impiegato della cattedrale[1]. Un commovente segno di buon senso, rispetto ad uno scempio che si è, poi, svolto, come da programma, con soddisfazione di ambo le parti.

Perché riportare il fatto? Presto detto: a poche settimane dalla conclusione del primo round del Sinodo sulla Famiglia, le scene di Washington, più che un incubo, possono rappresentare una finestra aperta su di un nostro possibile futuro. Esagerazione? Forse, ma senza soffermarsi ad elencare nuovamente i temi cari ai manovratori del recente Sinodo dei Vescovi, quella che, per brevità potremmo definire 'Agenda Kasper/Bergoglio', è una realtà concreta ormai da secoli all'interno del Protestantesimo. Si pensi solo a: liceità di divorzi, concubinaggi, peccati impuri contro natura, matrimoni dei 'preti', sacerdozio ed episcopato femminile, aborto, eutanasia, adozione a coppie omosessuali ecc. Eppure, qual'è stato il risultato di tanta misericordia? Quali i frutti di queste 'soluzioni pastorali' così adeguate alle esigenze degli uomini contemporanei? L'abbandono generalizzato della pratica religiosa, l'ateismo 'di fatto' di milioni di uomini e donne che, autorizzati a tutto e liberi di autodeterminarsi senza vincoli di morale e dottrina, ad un certo punto si son sentiti sciolti dal legame col.....Nulla.

Allargando lo sguardo per un attimo, si potrebbe aggiungere che non è forse un caso se, proprio tra i più giovani figli di questo 'cristianesimo modernissimo', che presta le sue cattedrali ai maomettani per la preghiera del venerdì, escono i nuovi combattenti dell'ISIS che, stanchi del vuoto spirituale trasmesso da una cosiddetta religione incapace di dare senso, luce e prospettiva alla loro vita, hanno finito per convertirsi all'Islam nelle moschee occidentali e si son poi trasferiti nei paradisi del terrorismo dove, ogni giorno, sgozzano, in favore di telecamera, i loro stessi connazionali fatti prigionieri dalle milizie dei nuovi Saladino del Medio Oriente.

Dobbiamo, allora, ringraziare quella sconosciuta signora che ha avuto il coraggio di gridare la sua indignazione e dobbiamo prenderla ad esempio facendo nostro, in casa nostra, il suo grido. Spetta, infatti, a tutti i cattolici ed in particolar modo a coloro che hanno la grazia di fare “l'esperienza della Tradizione”, di alzare la voce contro chiunque, da qualunque cattedra, attenti all'integrità della nostra Santa Religione. E bisogna farlo adesso! Prima che sia troppo tardi.

 

Daniele Casi



[1]          http://voxnews.info/2014/11/15/islamici-dissacrano-chiesa-con-la-loro-preghiera-donna-protesta-video/