dal libro

Lo hanno detronizzato.

Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare.

brani scelti

 

 

 

 

Prima Parte - Il Liberalismo. Principi ed applicazioni.

Capitolo VI - Ineguaglianze necessarie

 

 Un individualismo contro natura

 Proseguiamo l’analisi del principio del liberalismo: è contro natura, afferma il Cardinale Billot «perché pretende che tutto deve cedere il passo al bene della libertà individuale, che le necessità sociali hanno moltiplicato gli intralci a questa libertà, e che il regime ideale per l’uomo è quello dove regnerebbe la legge del puro e perfetto individualismo».

 Ebbene, aggiunge l’autore, «questo individualismo è assolutamente contrario alla natura umana».

 Avrete riconosciuto il liberalismo individualista di Jean-Jacques Rousseau, che noi ritroviamo al fondo di tutto il pensiero politico attuale. Secondo Rousseau, gli uomini nascono liberi, cioè non soggetti a costrizione alcuna, asociali per natura, fatti per vivere da soli nella giungla, dove sono felici.

 L’origine delle loro disgrazie e dell’ineguaglianza risiede nell’introduzione della proprietà privata, che generò le rivalità: uno «stato di guerra di tutti contro tutti». Se gli uomini allora si uniscono in società, non è affatto per una necessità della loro natura, ma per la sola decisione della loro libera volontà, come un’uscita di sicurezza da questa condizione dove l’uomo è un lupo per l’uomo.

 La società non ha nulla di naturale, è puramente convenzionale nella sua origine storica e nella sua costituzione: questa convenzione è il «contratto sociale» (39).

 Tutta questa teoria è confutata in anticipo, in primo luogo da san Tommaso d’Aquino, che dimostra la natura sociale dell’uomo mettendo in evidenza il fatto che l’uomo è l’animale più sprovvisto di mezzi naturali per sopravvivere in maniera autonoma quando viene al mondo, e poi che gli uomini, in età adulta, non sono in grado di soddisfare da soli tutti i loro bisogni: devono dunque aiutarsi a vicenda (40). Mi piacerebbe farvi leggere una mirabile pagina del pensatore politico contemporaneo Charles Maurras (1868-1952), che, sulla scorta di san Tommaso, fa magistralmente piazza pulita della mitologia rousseauiana individualista ed egalitaria; si intitola «l’ineguaglianza protettrice» (41). In questa sede mi basterà affidarvi quel che insegna in proposito Leone XIII nella sua Enciclica sull’origine del potere politico:

 «L’errore considerevole di questi filosofi consiste nel non vedere quel che è tuttavia evidente; che gli uomini non costituiscono una razza selvaggia e solitaria; che prima di qualunque risoluzione della loro volontà, la loro condizione naturale è quella di vivere in società» (42).

 Un’eguaglianza chimerica

 Il principio egalitario è chimerico, dice il Cardinale Billot, «in primo luogo perché non quadra in alcun modo con la realtà: esso suppone, all’origine di ogni società, un patto iniziale. Dove l’ha visto?

 Esso suppone l’ingresso libero di ciascuno nella società. È ancora peggio. Esso suppone tutti gli uomini tagliati esattamente sul medesimo modello – esattamente uguali – l’uomo astratto, riprodotto milioni di volte senza caratteristiche individuanti. Dov’è?».

 «Applicate il contratto sociale, se credete, dice Taine, ma spiegatelo soltanto agli uomini per i quali è stato fabbricato. Questi sono uomini astratti che non sono di nessun secolo e di nessun paese, pure entità fiorite sotto la bacchetta metafisica» (43).

 Leone XIII esprime lo stesso giudizio in alcune concise parole che seguono la frase citata prima: «Inoltre il patto, di cui si parla, è manifestamente fantastico e fittizio…» (44).

 Insisto sulla chimera di questa eguaglianza, secondo la quale gli uomini nascono uguali, o almeno uguali nei diritti: «gli uomini nascono e rimangono liberi ed uguali nei diritti» proclama l’articolo primo della dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1791.

Vediamo cosa ne hanno pensato i Papi [nel prossimo articolo]

 

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39) Cfr. Baltasar P. Argos S.J., Catéchisme politique, Orme Rond 1981, p. 58.

40) Cfr. san Tommaso, De Regimine principum, L. I, cap. I.

41) Charles Maurras, Mes idées politiques, la politique naturelle, pp. 17 ss.

42) Enciclica Diuturnum, del 29 giugno 1881, PIN 97.

43) Taine, La Révolution, T. I, L. II, cap. 2.

44) Loc. cit.

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