Il 1 novembre 1950, con l’enciclica Munificentissimus Deus, Papa Pio XII, ricordando la tradizione ininterrotta della Chiesa, proclamava solennemente che la Beata Vergine Maria, al termine della sua vita terrena, è stata assunta in Cielo.
Questo è il passaggio finale del documento, con la solenne definizione dogmatica: « Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica. »
Questa verità di fede era già contenuta implicitamente nella Sacra Scrittura. Quando la Genesi parla della Donna che schiaccerà il capo al serpente, indica una vittoria piena e completa su Satana. Nella testo dell’Annunciazione poi, san Luca racconta come l’Arcangelo Gabriele saluta Maria “piena di grazia”, manifestando così che essa fu sempre ed ovunque amica di Dio e quindi che il peccato non poté mai avere potere su di lei. Questi testi scritturali fondano la Concezione Immacolata di Maria Vergine, definita dal Papa Pio IX (8 dicembre 1854). Concepita senza peccato, la Vergine Maria non doveva subirne le conseguenze e quindi neppure l’umiliazione della corruzione della tomba. Immacolata nella sua concezione perché destinata a divenire Madre di Dio, la morte non poteva avere alcun potere su di lei.
Secondo un’antica tradizione, la dormizione sarebbe avvenuta a Gerusalemme dove, a ricordo di questi fatti sorgono oggi due chiese: quella della Dormizione, sul monte Sion, dove sarebbe avvenuto il trapasso, e quella dove si conserva la tomba vuota di Maria, nella valle del Cedron. Si tratta di una credenza radicata nei fedeli fin dai primi secoli, come attestano numerose testimonianze lasciate dai santi, oltre che dalla devozione e dalle raffigurazioni artistiche della dormitio Mariae e della incoronazione, di molto precedenti la promulgazione del dogma.
Le prime testimonianze scritte che ci sono giunte sull'Assunzione di Maria risalgono al periodo compreso tra la fine del secolo IV e la fine del V. Sant'Efrem il Siro († 373) sosteneva che il corpo di Maria non aveva subito corruzione dopo la morte. Timoteo di Gerusalemme (sec. IV) scriveva che la Vergine era rimasta immortale perché il Cristo l'aveva trasferita nei luoghi della sua ascensione.
« Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio. »
Il buon senso stesso permette di comprendere questa verità di fede. Infatti, come ricorda St Francesco di Sales, qual’ è quel figlio che, potendo, non risparmierebbe a sua madre l’umiliazione della corruzione della tomba?
Or il Figlio di Maria é Gesù, e Gesù è uomo Dio, l’onnipotente... Egli osserva perfettaente i comandamenti, in particolare il quarto: onora il padre e la madre e quindi poteva e doveva, per amor filiale concedere à colei che era stata concepita senza il peccato originale, l’entrata in Paradiso alla fine della sua vita mortale.
La Vergine Maria quindi, associata per le sue sofferenze alla Redenzione di Nostro Signore, ha meritato alla fine della sua vita mortale la gloria del Paradiso in anima e corpo in anticipo su quella che sarà la sorte dei giusti alla fine del mondo quando i morti risusciteranno e l’anima si riunirà al corpo per ricevere insieme a lui la ricompensa o il castigo per i malvagi, secondo le buone o cattive opere.
La santità è un pegno d’immortalità e più di una volta Dio ha voluto manifestarlo nei suoi servitori, garantendo l’incorruttibilità dei loro corpi, dopo la morte come per il S. Curato d’Ars, S. Bernadetta, S. Chiara da Montefalco e tanti altri.
La morte è una conseguenza del peccato; vinto il peccato si vince anche la morte, meritando la vera vita il paradiso, e la resurrezione gloriosa alla fine del mondo. Anche i malvagi risorgeranno, ma il loro corpo rifletterà la bruttezza della loro anima ed avrà parte insieme ad essa alla sofferenza eterna. E’ questa la morte seconda.
L’Assunzione di Maria SS. in Cielo ci ricorda che siamo pellegrini sulla terra. La nostra vera patria é il cielo, il Paradiso da conquistare. Sulla terra è il tempo della lotta per conservare e aumentare la grazia Dio nella nostra anima e meritare la vita eterna. Dei nemici si contrappongono a noi: prima di tutto la nostra natura decaduta che ci inclina ad essere vittima delle passioni. Poi il demonio, angelo ribelle a Dio che per odio e gelosia cerca a nuocerci. In seguito lo spirito del mondo che con le sue massime ed i suoi scandali cerca di trascinarci lontano dalla legge di Dio.
Un Cristiano deve andare contro corrente per essere fedele alle promesse del suo Battesimo e conquistare la corona eterna. Ma dove trovarne la forza? Nell’ausilio della Vergine Maria. Infatti per aiutarci in questa lotta Dio ci ha dato un potente aiuto nella Madonna.
Ella ha un ruolo fondamentale da svolgere nel mistero della redenzione, poiché Dio, subito dopo il peccato originale, l’ha posta come nemica irriduttibile delle forze de male.
Essa è la Donna che schiaccia la testa al serpente, la stessa che S. Givanni Evangelista vedrà coronata di dodici stelle, lottare contro il dragone infernale. Il suo nome è Maria, la stella del mattino che guida il cristiano nelle tempeste della vita verso il porto della salvezza,
la via più sicura per giungere alla conoscenza ed all’amore di Gesù, come diceva San Luigi Maria Grignon de Monfort. La recita del S. Rosario, vera arma spirituale garantisce al fedele di Maria la vittoria contro tutti i suoi nemici. Il portare la sua medaglia lo contraddistingue come un soldato del suo esercito. Ma soprattutto l’imitare le sue virtù, in particolare l’umiltà ed il suo amore di Dio, comunicano al vero fedele di Maria quella pace e quella gioia interiore che il mondo non può dare, anche nelle prove e nelle croci della vita.
Neppure la morte potrà spaventare il vero devoto di Maria che l’avrà invocata quotidianamente con il S. Rosario poiché in quel momento lei sarà presente per assisterlo ed aprirgli le porte del paradiso, come fece con S. Francesco Regis che disse in punto di morte: “Vedo la Vergine Maria che mi apre le porte des Paradiso”.