Cristo Redi Daniele Casi

Il 25 maggio si è votato per il rinnovo del Parlamento Europeo e l’elezione di centinaia di nuovi sindaci in tutta Italia. Un appuntamento che ha mosso una quantità d’iniziative, manifestazioni ed interventi anche da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Ha fatto, così, notizia quanto dichiarato da mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI  e Vescovo di una Diocesi, Cassano allo Jonio, che potremmo dire espressiva di quelle ‘periferie esistenziali’ tanto care a Papa Francesco (…e che i bene informati[1] dicono sia il ‘Commissario politico’ con cui, il Vescovo di Roma, ha di fatto esautorato il Card. Bagnasco, reo di avergli votato contro in Conclave).

Galantino, dunque, ha accusato[2] vescovi e parroci del bel paese nientemeno che di voto di scambio per ottenere finanziamenti e restaurare così chiese, canoniche ed opere parrocchiali: “Lasciate che crollino le chiese, lasciate che crollino i saloni, ma non si fanno queste cose. Preferisco che non si realizzino opere ex novo o che non si sistemino strutture se questo deve essere la contropartita diretta o indiretta di un impegno diretto di sacerdoti durante le elezioni, a favore di Tizio, di Caio o di Sempronio”. Parole forti, di per sé condivisibili nel principio ma, nell’accusa generalizzata, probabilmente esagerate.

La cosa, infatti, non è piaciuta a tutti: “Le parole del vescovo restituiscono una visione molto meschina del rapporto tra istituzioni ecclesiastiche e politiche” a scriverlo sulla sua pagina facebook[3]  è mons. Juan Andrés Caniato, Canonico della Metropolitana di Bologna e Incaricato per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi felsinea che continua: “Ho provato un certo fastidio per la dichiarazione puntuta del segretario della CEI in vista delle prossime elezioni e non tanto perché raccomanda al clero di essere neutrale di fronte alla competizione elettorale. Ricordo che anni fa, in circostanze analoghe, anche il nostro Cardinale ci scrisse una lettera in cui ci diceva non solo di restarne fuori, ma anche di preoccuparci che si capisse che ne eravamo fuori...

E' evidente che sia il segretario CEI che il Card. Caffarra si riferiscono alle scelte di campo, non all'impegno di formazione alla politica, che come alta forma di carità resta una missione irrinunciabile della Chiesa e quindi anche del suo clero. Quello che mi lascia perplesso è il tono artatamente retorico delle sue parole, che restituisce un'immagine che mi è decisamente estranea. Forse è solo perché l'Italia è lunga (...), o forse è che io sono particolarmente cieco, ma mi domando se oggi come oggi un vescovo o un parroco abbia davvero la presunzione di poter orientare l'elettorato allo scopo di restaurare un campanile. Don Camillo ha avuto sia problemi con il campanile che con le elezioni. Se si è buttato nella mischia non è stato mai per il campanile, ma per i valori in cui credeva. Quanto al campanile ha solo reclamato giustizia. Ma esistono davvero oggi vescovi e preti che sperano che l'esito delle elezioni possa favorire il restauro di una chiesa o di un oratorio? Se lo dice lui, forse sì... Io al suo posto, avrei messo quella grinta in ben altro genere di denunce... “.

Dalla lettura di questa indiretta dialettica ecclesiastica trova conferma, purtroppo, una verità già ben conosciuta: l’instaurazione del Regno Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, non è più nemmeno contemplata dagli ecclesiastici illuminati dalla Dottrina Sociale Conciliare. Cristo non deve più regnare negli stati, nella società, nella scuola, nella famiglia, nei luoghi di lavoro. Si reclama neutralità, equidistanza; la Chiesa deve occuparsi del bene comune, intraprendere insieme a tutte le forze sociali la lotta contro l'ingiustizia e, per dirla con don Ciotti, deve “abitare il tempo presente assumendosi la responsabilità del cambiamento”.

Ci si potrebbe domandare a cosa servano, allora, i corsi delle tante ‘Scuole Diocesane all’impegno sociale e politico” ma, implicitamente, ce lo spiega bene Galantino stesso nell’articolo citato: «noi cristiani, sacerdoti e laici, dobbiamo dare un forte contributo per evitare gli eccessi, le divisioni, i rancori nelle nostre comunità e tra le famiglie. Aiutiamo e formiamo i nostri laici a considerare la politica come la forma più alta di carità. Aiutiamoli e formiamoli a maturare nel bene comune, come ci chiede la Dottrina sociale della Chiesa. Incoraggiamoli a competere e a spendersi per creare condizioni di vivibilità nel nostro territorio, avendo a cuore il rispetto della persona, della legalità e dell'educazione alla "vita buona del Vangelo"».

Da queste scuole sono usciti, effettivamente, nel corso di questi ultimi decenni, tanti protagonisti locali e nazionali della politica; in massima parte sono coloro che hanno varato leggi come la 194, quella ‘omicida’ sull’aborto e che ora spingono, aiutati dalla Corte Costituzionale[4], a permettere la modifica della Legge 40, al fine di consentire la fecondazione eterologa e dare un figlio anche ai ‘nuovi modelli di famiglia’ sulla cui introduzione in molti stati del mondo, il Santo Padre sta ‘cercando di capire’[5]….

La classe politica italiana, su cui sempre mons. Galantino, intervenuto giorni fa alla trasmissione televisiva Ballarò, ha dato ”un giudizio veramente positivo“, è la stessa che lo scorso 19 settembre ha approvato alla Camera dei Deputati, la ‘Legge Scalfarotto’ che introdurrà, dopo il passaggio al Senato, il ‘reato di omofobia’ con gravi pene degne dei regimi totalitari.

Instaurare omnia in Christo. Fu davvero profetica la scelta del motto da parte di San Pio X ed opportuna è la rilettura a puntate che, da questo sito, si sta facendo dell’opera fondamentale di mons. Lefebvre “Lo hanno detronizzato”.

L’avvelenamento modernista, lento, ma costante e determinato, ha davvero impregnato tutto ed è necessario comprendere, in profondità, l’origine e le tappe che ne hanno segnato l’apparente trionfo, affinché possa sorgere una nuova ed indispensabile classe di politici cattolici che dia il suo contributo alla ‘restaurazione’ dei diritti di Dio nella società. A farlo, davvero, tornare a regnare.

Fino ad allora “Vinca il migliore” sarà un’espressione davvero effimera.



[1] http://confini.blog.rainews.it/2014/04/02/la-guerra-fredda-tra-il-cardinale-bagnasco-e-papa-francesco-intervista-a-francesco-antonio-grana/

[2] http://www.famigliacristiana.it/articolo/meglio-che-le-chiese-crollino.aspx

[3] https://www.facebook.com/#!/caniato?fref=ts

[4] http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/fecondazione-assistita-consulta-divieto-di-eterologa-e-incostituzionale/945053/

[5] http://www.huffingtonpost.it/2014/03/09/papa-francesco-studia-le-unioni-gay_n_4930063.html

 

 

 

 

Area privata